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Questo articolo è stato pubblicato il 08 agosto 2012 alle ore 06:37.

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Eliana Di Caro
Avevano pregato la Madonna di liberare la Russia da Vladimir Putin facendolo a modo loro, nel colorito linguaggio punk, sull'altare della Cattedrale di Cristo Salvatore. Alla giustizia di Mosca non è piaciuto. Il procuratore Alexei Nikiforov ha chiesto ieri tre anni di reclusione per le Pussy riot, le tre giovani artiste in carcere da marzo, accusate di «teppismo motivato da odio religioso».
«Imprecare in chiesa è un insulto a Dio. C'era una palese derisione ai danni delle persone. Si sono messe contro il mondo cristiano ortodosso, indossando abiti estremamente indecenti e comportandosi in modo volgare e provocatorio. Di fronte alla gravità di questo crimine, la punizione deve essere una vera e propria privazione della libertà»: queste le motivazioni per il carcere, nonostante le scuse più volte porte da Maria Aljokhina, Nadezhda Tolokonnikova e Ekaterina Samutsevich, 24, 22 e 29 anni (due di loro sono mamme) ai credenti urtati dalla loro performance. E nonostante la battaglia condotta in queste settimane dalle associazioni dei diritti umani e da colleghi ben più famosi (Sting, Peter Gabriel, i Red Hot Chili Peppers) per una situazione che nel 2012 apparirebbe surreale se non fosse che in Russia il dissenso non è consentito. Da Londra Putin aveva detto che la band non avrebbe dovuto essere giudicata «troppo severamente». Il massimo della pena prevista era sette anni.
Le tre artiste hanno sempre specificato che il loro è stato un atto politico che non ha nulla a che vedere con la religione, come ha sottolineato anche uno degli avvocati, Mark Feygin, rimarcando il rischio di una clericalizzazione del Paese. Masha, Nadia e Katia hanno denunciato nei giorni scorsi di essere state private del sonno, di non aver ricevuto cibo e di non aver potuto incontrare privatamente i loro legali.L'avvocato Violetta Volkova ha annunciato che farà ricorso alla Corte europea dei diritti umani per le violazioni durante il processo: «Queste donne non sono qui perché hanno ballato in una chiesa. Sono qui per le loro opinioni politiche».
La notizia dei tre anni di carcere chiesti dalla Procura ha fatto il giro del mondo, suscitando clamore e inducendo gli attivisti dell'opposizione a indire una manifestazione di protesta il 19 agosto. L'Unione europea si è detta «preoccupata per le irregolarità segnalate nel caso Pussy riot», in particolare «per gli atti intimidatori contro gli avvocati, i giornalisti e gli eventuali testimoni».
Dall'altra parte c'è la furia dei credenti, che considerano la Cattedrale di Cristo Salvatore un luogo sacro e hanno descritto il trio come il diavolo in azione. Quando anche la cantante Madonna è scesa in campo a favore delle colleghe («Sono contro la censura, per questo spero che i giudici siano clementi e le liberino presto»), il patriarcato di Mosca ha invitato i fedeli a non andare al concerto di ieri sera allo stadio della capitale. Gli 80mila posti erano esauriti da tempo.
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