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Questo articolo è stato pubblicato il 09 agosto 2012 alle ore 06:39.

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Un ordigno improvvisato è esploso ieri mattina in Afghanistan al passaggio di una pattuglia italiana. I quattro militari a bordo del Lince investito dall'esplosione non hanno riportato danni, ma sono stati sottoposti ad accertamenti medici a titolo precauzionale, presso il Role 2 di Camp Arena, Herat. I familiari sono stati avvisati. L'esplosione è avvenuta alle 10 e 10 locali circa 7 chilometri a Nordovest della base «Tobruk», nell'area di Farah, settore a responsabilità italiana. La pattuglia della Task Force South era impegnata in una attività di controllo del territorio, in una delle zone più problematiche a causa della coltivazione del papavero da oppio.
Più gravi le conseguenze di un altro attentato contro le forze Nata, nella provincia orientale di Kunar. Due kamikaze si sono fatti esplodere mentre un gruppo di militari dell'Isaf si dirigevano a piedi dalla loro base all'edificio del governatore. Tre le vittime, di nazionalità americana. Nell'attacco è morto anche un cittadino afghano.
Si fa invece meno grave, seppure sempre pesante, il bilancio delle vittime civili in Afghanistan. Secondo quanto emerge dall'ultimo rapporto della missione Onu, nella prima metà del 2012 sono state 1.145, a fronte dei 1.510 dello stesso periodo del 2011: un calo del 15 per cento. Il rapporto sottolinea che gli attacchi talebani sono responsabili dell'80% dei morti.
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