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Questo articolo è stato pubblicato il 09 agosto 2012 alle ore 09:45.

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Il quadro dell'omicidio del giudice dunque si ricompone con nuovi tasselli. Molto tempo è passato da quella prima informativa della Dia (Direzione investigativa antimafia) di Reggio Calabria, firmata dal responsabile Angiolo Pellegrini, l'1 febbraio 1994 e indirizzata al sostituto procuratore nazionale antimafia Vincenzo Macrì.
In quella informativa si parlava di Giacomo Ubaldo Lauro e Filippo Barreca, i primi due pentiti che in quegli anni parlarono del delitto Scopelliti, che però in quella informativa erano citati per le dichiarazioni rese su altri omicidi.
Le conclusioni della Dia richiamarono comunque la morte del giudice. Ecco come: "Come è noto il clan Garonfolo, i cui esponenti principali sono stati da questo ufficio deferiti nel decorso anno a codesta Procura Distrettuale perché ritenuti responsabili sia dell'omicidio del giudice Antonino Scopelliti sia del reato di cui all'articolo 416 bis del codice penmale, esercitano il loro potere criminale nella zona di Campo Calabro".
R.Gal.

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