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Questo articolo è stato pubblicato il 10 agosto 2012 alle ore 12:48.

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La gara in questione secondo la Procura Federale è stata oggetto di un tentativo di alterazione posto in essere da MASIELLO Andrea, MASIELLO Salvatore, BELMONTE, BONUCCI e PARISI, all'epoca dei fatti calciatori del BARI, unitamente a soggetti non tesserati. Secondo la Procura federale, dietro richiesta di un soggetto non tesserato, MASIELLO Andrea si sarebbe rivolto a MASIELLO Salvatore, BELMONTE, BONUCCI e PARISI al fine di raggiungere un risultato di pareggio caratterizzato da numerosi goals. Tutti si sarebbero dichiarati disponibili, tanto che MASIELLO Salvatore cercò di coinvolgere anche PEPE, all'epoca dei fatti tesserato per l'UDINESE, il quale, però, oppose un netto rifiuto. A fronte di tale attività MASIELLO Andrea, nel corso di un incontro presso un ristorante, ricevette € 8.000,00, dei quali € 2.000,00 furono consegnati a un soggetto non tesserato. In seguito, una scommessa sul risultato della gara venne effettuata a nome di MASIELLO Andrea. Tali circostanze invero non trovano preciso riscontro negli atti del procedimento e nelle dichiarazioni rese da tesserati e non dinanzi all'A.G. di Bari e di Cremona, oltre che alla Procura federale. MASIELLO nell'interrogatorio reso in data 24.2.2012 dinanzi alla Procura della Repubblica di Bari dichiara: "Il primo episodio parte nella partita del 2010, Udinese – Bari, è finita 3 a 3. Durante la settimana che precedeva la partita, sempre ho visto De Tullio (operatore nel settore delle scommesse con concessionaria "Intralot"), in un'altra occasione, una delle tante in cui andavo a mangiare al suo locale a Poggiofranco, sondava il terreno per poter cercare di coinvolgere altri miei compagni, oltre a me, a cercare di portare a fine una partita con tanti gol. Lui mi disse se ero disponibile a contattare dei miei compagni del momento, io riferii a Belmonte, Salvatore Masiello, Bonucci, Parisi e Belmonte che Nico De Tullio era interessato a portare, a scommettere, a portare la partita in porto con tanti goal. Io gli riferii questa idea di De Tullio e loro erano intenzionati a portarla avanti. Fatto sta che, si, la partita si disputò, fini 3 a 3. A fine partita, al mio ritorno da Udine, la settimana seguente andai da De Tullio accompagnato da Iacovelli, il quale ci consegnò 8 mila euro, e disse che aveva fatto una scommessa ridicola e, appunto, che aveva guadagnato pochissimo rispetto a quello che voleva guadagnare, Ci dette 8 mila euro, ed io di questi 8 mila euro ne diedi due a Iacovelli, e 6 me li presi io. Ah! Poi, quando eravamo in albergo a Udine, Salvatore Masiello contattò Pepe e gli fece l'esempio della Ferrari, se voleva acquistare la Ferrari. Al momento che staccò la conversazione ci disse a noi che non era interessato, però alla fine la partita finì con tanti goal. Io non so poi se i miei compagni hanno percepito i soldi da De Tullio o no…"; a domanda dell'Ufficio Andrea MASIELLO risponde che l'impegno era quello "di finire la partita con tanti goal" e senza un risultato preciso. Nel corso del medesimo interrogatorio (pagg. 17 ss.) ad Andrea MASIELLO viene richiesto il momento in cui avrebbe parlato ai suoi colleghi della proposta di DE TULLIO; questa la risposta: "No, io gliene ho parlato durante la settimana prima di andare in ritiro…pochi giorni prima della partita"; a proposito delle circostanze di luogo in cui sarebbe stata riferita la proposta di DE TULLIO Andrea MASIELLO così risponde: "Nello spogliatoio sicuro, li presi da parte, non davanti a tutti". 19 Quindi, la proposta sarebbe stata formulata durante la settimana, pochi giorni prima di andare in ritiro, all'interno dello spogliatoio. A questa dichiarazione, la prima in cui dinanzi all'A.G. si menziona la partita Udinese-Bari, ne sono poi seguite altre, nel corso delle quali sono emerse molteplici contraddizioni da parte di Andrea MASIELLO. Sulla circostanza relativa alle modalità, di tempo e di luogo, in cui Andrea MASIELLO avrebbe coinvolto i compagni di squadra nella combine in oggetto deve essere precisato che dagli atti del procedimento è emerso come quanto riferito non corrisponda al vero, atteso e considerato che nel corso di quella settimana BONUCCI era con la Nazionale a Coverciano impegnato nell'ultimo stage in vista dei Mondiali che di lì a poco si sarebbero svolti in Sudafrica. In un successivo interrogatorio dinanzi al Gip, Andrea MASIELLO ha corretto il tiro dichiarando di averne parlato con il compagno al momento del suo rientro a Bari e comunque prima della partenza della squadra per il Friuli mentre nell'ultima versione (audizione dinanzi alla Procura federale del 10.7.2012) ha dichiarato testualmente: "Ricordo perfettamente che Bonucci non era presente nel corso della settimana, ma ci raggiunse in ritiro e, proprio in quella circostanza, gliene parlai ricevendo anche da costui la personale disponibilità alla combine; precisamente il colloquio avvenne durante il viaggio in pullman della squadra dall'aeroporto all'albergo in Udine; ricordo che eravamo tutti seduti vicino, al centro del pullman, e ci confermammo reciprocamente la disponibilità a concludere la gara con un pareggio con un over". Ovvio che le dichiarazioni di Andrea MASIELLO sul punto non appaiano credibili, non essendo univoche e certe; peraltro le stesse sono state puntualmente smentite da tutti i diretti interessati e non hanno trovato alcun riscontro oggettivo. E quanto sopra vale per BONUCCI così come per BELMONTE e Salvatore MASIELLO, accusati solamente dalle dichiarazioni di Andrea MASIELLO e anche loro coinvolti nel confuso e contraddittorio racconto in ordine all'evento in questione; nei loro confronti le dichiarazioni rilasciate da Andrea MASIELLO presentano contraddizioni sin troppo evidenti. Ma l'aspetto più importante che merita di essere approfondito è quello per cui non risulta in nessuna maniera che i compagni di Andrea MASIELLO abbiano percepito somme di denaro, quindi il compenso della presunta combine. Nel verbale di interrogatorio del 24.2.2012 dinanzi alla Procura della Repubblica di Bari Andrea MASIELLO dichiara sul punto: "Al rientro dalla partita di Udine, al settimana…il giorno dopo mi ricordo che si andò al ristorante di Gianpaolo, che era chiuso, e ci fece entrare dentro a me e a Iacovelli e, appunto, ci disse che era una scommessa ridicola, che aveva preso pochissimo, e consegnò 8 mila euro, di cui 2 mila euro li diedi a Iacovelli"; a domanda dell'Ufficio su cosa avessero percepito i suoi compagni in seguito alla presunta combine Andrea MASIELLO risponde: "No, gli altri non lo so se hanno preso soldi o no, sinceramente anche dopo la partita non mi hanno chiesto niente i miei compagni". Appare obiettivamente poco credibile, se non inverosimile, che i presunti sodali di Andrea MASIELLO, dopo avere aderito alla proposta combine e dopo avere ottenuto sul campo quel pareggio che sarebbe stato predeterminato a tavolino, non si siano interessati in nessun modo alla presunta vincita, ad esempio chiedendo al loro interlocutore notizie in ordine alla quantificazione della stessa, né tanto meno si siano curati di passare all'incasso. Sul punto, merita di essere riportato un passo della ordinanza di applicazione della misura cautelare personale della custodia in carcere emessa nei confronti di Andrea MASIELLO e di altri soggetti non tesserati dal gip di bari (pag. 74): "D'altra parte non è verosimile che questi ultimi (i compagni di squadra) avendo avuto come proponente esclusivo dell'affare 20 illecito il Masiello non siano tornati da lui dopo la partita per pretendere il compenso pattuito". Ma la risposta decisiva e chiarificatrice sul punto viene fornita da DE TULLIO nell'interrogatorio reso in data 2.3.2012 dinanzi alla Procura della Repubblica di Bari (pagg. 107 e 108) nel corso del quale l'indagato esclude categoricamente di avere corrisposto somme di denaro ai compagni di squadra di Andrea MASIELLO successivamente all'incontro Udinese-Bari (P.M. Dr. Angelillis: "Allora Masiello dice: "Io ho trovato disponibili Bonucci, Belmonte, Masiello e Parisi. Abbiamo fatto quello che abbiamo fatto. Dopodiché io sono andato a riscuotere e gli altri probabilmente, penso di sì, perché comunque De Tullio sapeva degli altri" Indagato De Tullio: "E lui è qua che si zappa. E' qua che si zappa." P.M. Dr. Angelillis: "Perché?". Indagato De Tullio: "Perché io a chi altri ho pagato in vita mia oltre che a lui solo quegli 8 mila euro?". P.M. Dr. Angelillis: "Però lui dice: "Non lo so ne ha pagato anche a questi". Indagato De Tullio: "Non lo sa? Allora deve chiamare i giocatori e deve dire: "Voi avete mai ricevuto un euro dal signor De Tullio?. A meno che non se li è comprati tutti!". Magg. Barbera: "Li hanno mai ricevuti?". Indagato De Tullio: "No. Quella se l'è inventata lui, quella partita, quella partita se l'è inventata lui di nuovo"). Rimane da esaminare la presunta telefonata che Salvatore MASIELLO avrebbe effettuato dall'albergo di Udine ove il BARI si trovava in ritiro a PEPE, tesserato all'epoca per la UDINESE. In primo luogo, si evidenzia la circostanza per cui di detta telefonata non vi sia alcuna prova oggettiva e l'esistenza della stessa sia affermata solamente da Andrea MASIELLO, il quale peraltro, con riferimento al suo contenuto, è tutt'altro che preciso. Difatti, nel corso dell'interrogatorio reso davanti al P.M. di Cremona in data 15.3.2012 riferisce che, una volta arrivati a Udine, Salvatore MASIELLO avrebbe telefonato a PEPE "chiedendogli se voleva acquistare una Ferrari"; poi nel verbale reso in data 10.7.2012 dinanzi alla Procura federale sul punto afferma: "ricordo che dopo i saluti di rito gli chiese se voleva vendere una Ferrari". Nella prima versione si parla di acquisto, nella seconda di vendita: tale aspetto potrebbe apparire marginale, ma, invero, alla luce di tutte le contraddizioni, imprecisioni e affermazioni non circostanziate e anzi smentite da terzi che sopra sono state riportate, non può essere sminuito per valutare sul punto la attendibilità o meno delle dichiarazioni di Andrea MASIELLO. Da ultimo, comunque, laddove anche la telefonata fosse stata effettuata (circostanza questa - si ripete - non dimostrata e affermata dal solo Andrea MASIELLO), non è verosimile ritenere che dal riferito contenuto PEPE possa avere inteso della esistenza della presunta combine. In sostanza, sulla gara in questione non sembra ravvisabile l'esistenza degli illeciti contestati ai deferiti; d'altra parte, sul punto appaiono di rilevanza decisiva le dichiarazioni già riportate di DE TULLIO ("No. Quella se l'è inventata lui, quella partita, quella partita se l'è inventata lui di nuovo") e di CARELLA, sodale di Andrea MASIELLO, il quale nel corso dell'interrogatorio reso in data 6.4.2012 (pag. 29) dinanzi alla Procura della Repubblica di Bari ha smentito che la gara in questione fosse poi stata fatta oggetto di combine ("Noi ci siamo visti la partita, io e Giacobbe nella tabaccheria di Cortigiani, la partita si vedeva che non era organizzata"). La somma di € 8.000,00 che il giorno successivo alla partita fu consegnata da DE TULLIO ad Andrea MASIELLO altro non rappresenta che la quota spettante ad Andrea MASIELLO per la scommessa da questi effettuata, unitamente a soggetti non tesserati, sul segno "X"; sul punto si riporta un passo dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Bari (pag. 74) nei confronti di Andrea MASIELLO, oltre che di altri due soggetti non tesserati, laddove, in maniera cristallina, viene chiarito quanto segue: "Dalle dichiarazioni del De 21 Tullio che riceve la scommessa si evince che, per quanto a recarsi materialmente da lui per effettuare la giocata fossero stati solo Carella e Giacobbe, la scommessa aveva un evidentissimo marchio che registrava anche la presenza del Masiello, tanto è vero che lo stesso De Tullio coglie la "copertura" della scommessa da parte del giocatore del Bari e punta anch'egli sul pareggio nella convinzione di poter vincere. Anzi Iacovelli, nel corso dell'interrogatorio del 5 marzo 2012, riferisce di aver saputo da De Tullio che i due avevano scommesso anche a nome di Masiello. In ogni caso, prova inconfutabile del coinvolgimento del Masiello in quella scommessa è il pagamento pro quota della vincita che il De Tullio compie direttamente nelle mani di Andrea Masiello, senza attendere alcuna spiegazione, pur avendo effettuato la puntata vincente solo Carella e Giacobbe". In considerazione di tutto quanto sopra riportato, avuto riguardo della circostanza per cui le dichiarazioni di Andrea MASIELLO risultano in alcuni casi non veritiere, in altri non provate e in altri ancora smentite da quanto in atti, anche alla luce del principio espresso dalla Corte di giustizia federale nel C.U. n. 56 (2011-12), secondo il quale solamente in presenza di elementi certi e incontrovertibili, si può ritenere accertata una condotta illecita, i deferiti MASIELLO Salvatore, BELMONTE, BONUCCI, PEPE e società UDINESE vanno prosciolti da ogni addebito. Per MASIELLO Andrea, PARISI e la società BARI è stata disposta l'applicazione di sanzioni ai sensi degli artt. 23 e/o 24 CGS.

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