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Questo articolo è stato pubblicato il 11 agosto 2012 alle ore 16:31.

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La recessione che interessa l'Italia e il resto del mondo dal 2008 sembra sia davvero responsabile dell'aumento dei suicidi registrato in questo periodo. In tutto, fra il 2008 e il 2010, ben 290 suicidi e tentati suicidi sono attribuibili alla crisi. Roberto De Vogli, professore associato di salute globale all'Università del Michigan e all'University College di Londra, arriva a questa conclusione assieme ai colleghi Michael Marmot (Department of Epidemiology and Public Health, University College di Londra) e David Stuckler (Department of Sociology, Università di Cambridge).

Gli studiosi confermano che i suicidi a causa economica sono effettivamente aumentati in Italia dal 2008 a oggi e potrebbero essere riconducibili in parte alla crisi economica. La ricerca (pubblicata in questi sul Journal of Epidemiology and Community Health) ha analizzato le tendenze temporali dei dati sui suicidi e tentati suicidi per motivi economici tra il 2000 e il 2010.

Sono stati utilizzati, spiega lo studioso italiano su "La scienza in rete", i dati provenienti dall'Istituto Nazionale di Statistica. Nonostante sia i suicidi che i tentati suicidi per motivi economici fossero in aumento già prima dell'inizio della crisi finanziaria, dal 2008 in poi sono cresciuti a un ritmo sicuramente più rapido. «Poiché i suicidi sono un evento raro, per aumentare la precisione delle stime - precisa De Vogli - abbiamo considerato insieme suicidi e tentati suicidi (che seguivano un andamento simile) e, con le dovute elaborazioni statistiche, abbiamo osservato che i suicidi e tentati suicidi sono cresciuti ad un tasso di 10,2 suicidi l'anno prima della crisi finanziaria, ma dopo questo periodo la percentuale è salita a 53,9 suicidi l'anno. Abbiamo così stimato un numero di 290 suicidi e tentati suicidi in eccesso imputabili alla Grande Recessione».

Analogamente ad altri Paesi europei, in Italia i suicidi complessivi sono diminuiti prima del 2008, per poi invertire rapidamente la loro tendenza all'insorgenza della crisi finanziaria. Ovviamente, spiega ancora De Vogli, sono necessarie ulteriori ricerche a livello regionale per valutare in modo più preciso l'effetto della Grande Recessione sui problemi di salute mentale in Italia. «Ciò detto, questi risultati preliminari forniscono una nota di cautela e lanciano un segnale: la recessione e l'austerità economica radicale possono effettivamente comportare costi umani inaccettabili».

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