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Questo articolo è stato pubblicato il 15 agosto 2012 alle ore 12:06.

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Per molti sarà mare, per altri sarà montagna, per alcuni, gli avvocati che seguono i casi dei giocatori e delle società coinvolti nell'affaire Scommessopoli, sarà molto probabilmente studio. Anche a Ferragosto, perché il termine ultimo per presentare le repliche ai ricorsi presentati ieri l'altro dal procuratore federale della Federcalcio, Stefano Palazzi, scade domani.

Proprio così, il pm più popolare d'Italia non ha gradito come prevedibile le decisioni della Disciplinare, che venerdì scorso ha detto la sua in merito ai filoni di inchiesta di Cremona e Bari. L'appello presentato da Palazzi riguarda le partite Bari-Lecce, Albinoleffe-Siena, Bologna-Bari e Udinese-Bari. Tutti i tesserati prosciolti dalla commissione presieduta dal giudice Sergio Artico sono stati cortesemente invitati a ripresentarsi al Foro italico per il secondo grado del procedimento sportivo. Tutti tranne Daniele Padelli, portiere della Sampdoria, che può ufficialmente considerare conclusa la sua esperienza poco felice davanti alla Disciplinare.
Le date sono già state fissate.

Lunedì 20 agosto, alle ore 14, si svolgerà il dibattimento di secondo grado relativo all'inchiesta della Procura di Cremona. Il giorno successivo, alle ore 9.30, prenderà invece il via l'appello che interessa le indagini portate avanti dalla Procura di Bari. Non cambia il luogo che ospiterà la fase due del processo sportivo a Scommessopoli, l'ex Ostello della gioventù di Roma. Già, ma quali sono gli elementi che hanno indotto Palazzi a chiedere il riesame dei proscioglimenti decisi in primo grado?

Per le gare che interessano il Bari, la credibilità del superteste Andrea Masiello, che la Disciplinare aveva considerato prossima allo zero (secondo la prima sentenza, le parole dell'ex giocatore della squadra pugliese erano state "in alcuni casi non veritiere, in altri non provate e in altri ancora smentite") e che invece sarebbe testimoniata dalle ultime dichiarazioni rilasciate dallo stesso Masiello dopo l'arresto. Insomma, secondo il pm il difensore attualmente in forza all'Atalanta ha detto il vero sui protagonisti delle gare da lui "accomodate". Su tutta la linea e nei confronti di tutti i soggetti interessati dalle prime verifiche.

Per questa ragione, i due giocatori della Juventus, Leonardo Bonucci e Simone Pepe, all'epoca dei fatti giocatori rispettivamente di Bari e Udinese, dovranno confermare e dimostrare ancora una volta la propria estraneità ai fatti. Come Marco Di Vaio e Daniele Portanova, che saranno chiamati a spiegare una telefonata che ci sarebbe stata tra loro poco prima della partita Bologna-Bari. Telefonata che i due avevano sempre negato di aver avuto. E che il difensore di Di Vaio ha invece ammesso ieri all'Ansa esserci stata, pure se «brevissima». Per Palazzi, che avrebbe saputo della conversazione telefonica da un'informativa dei carabinieri, si tratta di una prova in più per dimostrare la loro colpevolezza.

Nel frattempo, continua lo sciopero della fame di Emanuele Pesoli, 32enne ex giocatore del Siena che è stato condannato dalla Disciplinare a tre anni di stop. «Dopo aver rovinato l'immagine del calcio italiano e molte famiglie, se Gervasoni ha le palle dovrebbe presentarsi in aula», ha detto ieri il calciatore che da cinque giorni è incatenato davanti agli uffici della Figc per chiedere un confronto con i suoi due accusatori, Carlo Gervasoni e Filippo Carobbio.

Sulle dichiarazioni di quest'ultimo sta lavorando da qualche giorno anche Giulia Bongiorno, l'avvocato che il tecnico della Juventus Antonio Conte ha scelto per smontare la tesi dell'accusa nei suoi confronti. L'obiettivo: rivedere, naturalmente al ribasso, la sentenza della Disciplinare, che in primo grado gli ha comminato una squalifica di 10 mesi.

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