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Questo articolo è stato pubblicato il 15 agosto 2012 alle ore 13:10.

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A Bruxelles qualcuno l'ha già definito il crunch time, il momento decisivo per il futuro dell'euro. Quel che è certo è che il mese di settembre, in particolare le prime due settimane, si preannuncia come uno snodo chiave per i tanti interrogativi sollevati negli ultimi mesi dalla crisi dell'Eurozona e dalle contromisure messe a punto dalle istituzioni comunitarie per fronteggiarla.

Centrale nell'euro-puzzle di fine estate sarà la decisione del 12 settembre della Corte costituzionale tedesca, chiamata a pronunciarsi sulla compatibilità del fondo salva-Stati Esm e del Fiscal compact, il nuovo patto di bilancio europeo, con la Costituzione di Berlino. Senza il via libera dei giudici di Karlsruhe non potrebbe entrare in vigore lo strumento attorno a cui ruota tutto il piano per arginare la crisi del debito sovrano.
Ai primi del mese era circolata l'ipotesi che il 3 settembre potesse essere convocato un Eurogruppo straordinario incentrato sulla Spagna - Madrid potrebbe chiedere un secondo pacchetto di aiuti dopo quelli al settore finanziario - e sulla Grecia. La settimana scorsa, però, da Bruxelles sono arrivate sostanziali smentite: «Non siamo a conoscenza di un Eurogruppo straordinario il 3 settembre», ha detto il portavoce della Commissione europea, Olivier Bailly.

Per valutare il caso Grecia e gli impegni del Governo per accedere al secondo pacchetto di aiuti internazionali serve del resto altro tempo, tanto è vero che la troika Ue-Bce-Fmi si tratterrà ad Atene per tutto il mese di settembre. L'Eurogruppo dedicato alla crisi ellenica sarà pertanto, con tutta probabilità, quello già in calendario l'8 ottobre. Quanto alla Spagna, non sembra intenzionata a formalizzare la sua richiesta di nuovi aiuti entro agosto, come ha confermato ancora ieri il premier, Mariano Rajoy, sottolineando che il Governo vuole prima sentire i dettagli del piano di intervento della Bce in funzione anti-spread, attesi per la riunione dell'Eurotower del 6 settembre. Il primo appuntamento clou del mese dovrebbe essere perciò proprio il Consiglio direttivo della Bce del 6 e la successiva conferenza stampa del presidente Mario Draghi.

Il 3 agosto Draghi ha già tracciato le linee guida dell'intervento della Banca centrale sui mercati per abbassare i rendimenti del debito di Paesi come Spagna e Italia (richiesta, con relativa sottoscrizione di impegni, da parte dei Paesi, acquisti di titoli a breve termine da parte della Bce sul mercato secondario), ma ne ha delegato l'attuazione a tre comitati tecnici, incaricati di elaborarne i dettagli. Dalla riunione del 6 settembre si attendono appunto questi chiarimenti; ma non si escludono anche altre misure concrete, come un ulteriore taglio dei tassi di interesse o una nuova iniezione di liquidità attraverso un'altra operazione di Ltro.

Un appuntamento cruciale è l'11 settembre, quando la Commissione europea presenterà all'Europarlamento la proposta per la creazione di un'unica autorità di vigilanza bancaria, che si spera possa essere adottata entro l'anno. Va ricordato che l'istituzione di una supervisione centralizzata è una condizione perché il fondo Esm possa ricapitalizzare direttamente le banche, senza passare cioè per una richiesta di aiuti da parte dei Governi.

Il 14-15 settembre è infine in calendario una riunione Eurogruppo-Ecofin, che potrebbe a quel punto avere elementi in più sul dossier spagnolo.
Insieme agli appuntamenti istituzionali non va dimenticata poi l'agenda politica. Settembre sarà un mese decisivo per verificare la tenuta della coalizione di Governo greca, chiamata a effettuare tagli per 11,5 miliardi nel 2013-14. E il 12 settembre, lo stesso giorno del verdetto della Corte costituzionale tedesca, sono in programma le elezioni parlamentari in Olanda, finora alleato di ferro della Germania, dove guadagna consensi il partito anti-austerity, contrario anche a sborsare ulteriori fondi per i Paesi dell'Europa meridionale

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