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Questo articolo è stato pubblicato il 17 agosto 2012 alle ore 10:03.

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Una diocesi cattolica in Australia sta concordando risarcimenti pari a 13,5 milioni di euro a più di 100 vittime di abusi pedofili commessi fra gli anni '60 e '90 del secolo scorso. Secondo il quotidiano The Australian di oggi, la diocesi di Maitland-Newcastle, a nord di Sydney ha raggiunto accordi extragiudiziali con almeno 78 presunte vittime, con altri 25 casi in via di risoluzione, ma il numero totale sarebbe molto più alto.

I risarcimenti si riferiscono ad abusi commessi da almeno 10 fra preti e insegnanti impiegati dalla Chiesa, e includono il più alto risarcimento concordato in Australia, pari a circa 1,7 milioni di euro. Nei termini degli accordi, negoziati tramite studi legali, la Chiesa non ammette responsabilità per gli abusi, anche se molte delle vittime li considerano un riconoscimento delle loro sofferenze. "La Chiesa di solito richiede un atto liberatorio che proibisca alla vittima di presentare altre rivendicazioni per gli stessi abusi, e una clausola che proibisca di discutere i termini dell'accordo", ha detto uno degli avvocati che ha condotto le trattative.

La procedura adottata dalla Chiesa cattolica australiana, detta 'Towards Healing' (Verso la riconciliazione), stabilita nel 1996 per rispondere alle denunce di abusi, è stata criticata dai rappresentanti delle vittime per mancanza di indipendenza nella valutazione delle accuse

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