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Questo articolo è stato pubblicato il 18 agosto 2012 alle ore 08:14.

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Prima c'erano state le polemiche, sollevate da Libero, sui costi della sua scorta alloggiata ad Orbetello. Poi, la difesa del ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri dagli attacchi di Italo Bocchino, suo braccio destro. Ieri il presidente della Camera Gianfranco Fini, con una richiesta lanciata attraverso una lettera a Repubblica al ministro stesso, ha voluto mettere la parola fine alla questione: «Chiedo al ministro di intervenire subito per consentirmi di non godere più di un "privilegio legale"».
Finito nel ciclone per gli otto uomini della scorta, alloggiati ad Orbetello per garantire la sua sicurezza, Fini ha chiesto «pubblicamente» di fare a meno della scorta da massimo rischio, per le massime cariche istituzionali. Un'intenzione che difficilmente, in base alle regole, potrà diventare realtà. Per questo il leader di Fli ha chiesto che venga rivisto tutto «il sistema» della protezione, «per limitare costi e sprechi, per impedire abusi, per snellire e razionalizzare i servizi di scorta. «Ho letto – ha scritto Fini – che il ministro vuole cogliere l'occasione per rilanciare la battaglia sull'uso e abuso delle scorte», vicenda che aveva spinto Bocchino a chiedere le dimissioni del ministro. «Molto bene, lo faccia subito e non solo a parole».
Cancellieri ha raccolto la sfida: «Trovo molto bella questa volontà di rivedere tutti insieme alcune posizioni» per definire le scorte alle alte cariche dello Stato, fa sapere da Bologna il ministro aggiungendo che al Viminale già si sta lavorando al taglio.
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