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Questo articolo è stato pubblicato il 18 agosto 2012 alle ore 20:28.

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L' Associazione nazionale magistrati «apprende con preoccupazione» le dichiarazioni riportate dalla stampa del presidente del Consiglio Mario Monti che «avrebbe definito grave il caso delle telefonate del capo dello Stato intercettate dalla procura di Palermo» affermando anche che si sarebbero verificati «abusi» e giudica «improprio ogni possibile riferimento a presunti abusi che sarebbero, comunque, oggetto di altre procedure di controllo, secondo gli strumenti previsti dalle normative vigenti». È quanto si legge in una nota dell'Anm. «La questione relativa alle procedure cui assoggettare le intercettazioni indirette dei colloqui del presidente della Repubblica - precisa l'Anm - è oggetto di un conflitto di attribuzione, in merito al quale è doveroso attendere la decisione della Corte Costituzionale». Infine, l'Associazione nazionale magistrati auspica «che ogni eventuale riforma del regime delle intercettazioni, pur diretta a tutelare il diritto alla riservatezza dei soggetti estranei al procedimento, salvaguardi il pieno utilizzo di tale indispensabile strumento d'indagine, senza peraltro comprimere il legittimo diritto di cronaca».

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