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Questo articolo è stato pubblicato il 20 agosto 2012 alle ore 06:36.

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Nei prossimi tre anni le forze dell'ordine rischiano di "perdere" oltre 35mila unità. È il risultato delle scoperture di organico già presenti sul territorio, per carabinieri, polizia e guardia di finanza, sommate ai tagli previsti dalla spending review.
Passa infatti per il tetto al turn over del personale il nuovo sacrificio chiesto al comparto sicurezza dal decreto sulla revisione della spesa pubblica (Dl 95/2012, convertito dalla legge 135/2012): dal 2012 al 2014, ogni 100 agenti di polizia, carabinieri, o finanzieri che andranno in pensione, potranno esserne assunti soltanto 20. Mentre i limiti al ricambio stabiliti dalle manovre finanziarie nel 2010-2011 per gli altri dipendenti della pubblica amministrazione avevano escluso le forze dell'ordine, l'ultimo intervento del Governo Monti ha messo sullo stesso piano tutte le amministrazioni centrali nella riduzione delle uscite per i dipendenti. Dunque, gli stessi vincoli valgono per i vigili del fuoco, i corpi di polizia, le università, gli enti di ricerca, e così via. A meno che non intervengano modifiche normative, per le forze dell'ordine il tetto alle assunzioni si alzerà al 50% del personale cessato dal servizio solo nel 2015, mentre il pieno reintegro dei pensionati potrà avvenire solo dal 2016.
In base alle regole dettate dalla spending review, la stretta sulle assunzioni dovrà portare allo Stato risparmi crescenti di anno in anno rispetto alla spesa del 2011. Spesa che si ridurrà di 94,8 milioni quest'anno, fino a scendere di 1,46 miliardi nel 2015, quando si stima che i dipendenti saranno 18.755 in meno (ma il dato esatto dipenderà dal numero di coloro che andranno in pensione).
A questi 18mila posti in meno, però, vanno aggiunte le scoperture già esistenti: lo scarto tra gli organici previsti sulla carta e le forze effettive impiegate sul territorio – tra questure, commissariati, stazioni dei carabinieri e caserme della guardia di finanza – è di 16.644 unità (gli ultimi dati disponibili si riferiscono al 2010). Se si escludono le forze impiegate in servizi tecnico-logistici, amministrativi, di addestramento, e si considerano solo quelle impiegate a presidio del territorio, l'organico complessivo di polizia, carabinieri e guardia di finanza dovrebbe essere di 237.320 uomini, mentre quello effettivo si ferma a 220.676.
Per polizia e carabinieri, a fronte di un organico teorico di 185.801 persone, ne risultano effettivamente impiegate – a copertura di 7.312 postazioni sul territorio – solo 173.190. A registrare i vuoti maggiori sono il Lazio (2.027 uomini in meno rispetto a quelli previsti), il Piemonte (-1.571 unità), la Sicilia (- 1.206), la Campania (-1.191), la Lombardia (-1.179), la Toscana (-950).
«Sarà inevitabile chiudere i presìdi sul territorio», denuncia Nicola Tanzi, segretario generale del Sap, il sindacato autonomo di polizia. «Già oggi – aggiunge – ci sono centinaia di stazioni dei carabinieri e di polizia stradale in cui per alcune ore al giorno entra in funzione un videocitofono o il cittadino è invitato a mettersi in contatto con il presidio più vicino. Invece di ridurre ulteriormente gli organici, in un momento di forte disagio sociale come questo, si potrebbero ottenere risparmi dalla riorganizzazione delle forze dell'ordine, ad esempio portandole tutte sotto il controllo del Viminale e creando una sola centrale operativa: questo consentirebbe di recuperare centinaia di uomini per il presidio del territorio».
Una situazione analoga riguarda anche la guardia di finanza, in cui l'organico previsto è di 51.519 addetti, ma quello effettivo arriva a 47.486. Le Regioni più scoperte, in questo caso, sono la Lombardia (con 916 finanzieri in meno), il Piemonte (-483) e il Veneto (-466).
Dopo i tagli messi nero su bianco con la spending review, il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, ha annunciato di voler «ridurre il danno, in modo da poter comunque garantire i livelli di sicurezza». Secondo il ministro, i tagli dovranno essere «mirati, per salvaguardare l'operatività delle forze dell'ordine».
Una soluzione già annunciata è ad esempio, è la razionalizzazione delle scorte, comprese quelle di primo e di secondo di livello, vale a dire il più alto livello di protezione garantito ai vertici dello Stato. Tutto questo, ha aggiunto la titolare del Viminale, «senza furori ideologici, con l'obiettivo di tagliare dove si annidano gli sprechi».
Gli eventuali "correttivi" o altri interventi sul comparto sicurezza saranno affidati alla prossima legge di stabilità, su cui il ministro Cancellieri ha annunciato che «si farà tutto il possibile per indirizzare al meglio le scelte».
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