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Questo articolo è stato pubblicato il 21 agosto 2012 alle ore 06:38.

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LONDRA
Julian Assange fa del suo meglio per irritare le autorità britanniche, svedesi e americane, ma dietro le quinte Londra, Quito e Stoccolma stanno negoziando per trovare una soluzione diplomatica alla crisi. Secondo fonti non confermate ma vicine al team legale di Assange, il fondatore di Wikileaks sarebbe pronto ad andare in Svezia, dove lo attende un processo per reati sessuali, in cambio di un'assicurazione da parte delle autorità che non verrà poi estradato negli Stati Uniti.
La Gran Bretagna ha ribadito ieri che non consentirà ad Assange di lasciare l'ambasciata dell'Ecuador a Londra, dove è rifugiato da due mesi, perché la decisione di Quito di concedergli asilo politico non cambia il fatto che Londra ha l'obbligo legale di consegnarlo alla Svezia. Lo stesso premier David Cameron, in vacanza in Spagna, è intervenuto per Rassicurare Stoccolma. «La nostra speranza – ha detto ieri un portavoce di Downing Street – è di raggiungere una soluzione diplomatica. Non daremo un salva condotto ad Assange. Dato che ha esaurito tutte le possibilità di appello in Gran Bretagna, la nostra legge ci obbliga a estradarlo in Svezia. È nostra intenzione rispettare questo obbligo. Continueremo però a parlare con il Governo dell'Ecuador e con altri per trovare una soluzione diplomatica».
Domenica Assange, parlando dal balcone dell'ambasciata ecuadoregna, aveva lanciato un appello agli Stati Uniti ad abbandonare la "caccia alle streghe" contro Wikileaks, che nel 2010 aveva diffuso centinaia di migliaia di documenti militari e diplomatici top secret. Assange ha cercato di allontanare l'attenzione dal processo che lo attende in Svezia e di riportarla su Wikileaks. Assange ha sempre respinto le accuse di violenza e molestie che gli sono state mosse da due svedesi, ex collaboratrici, sostenendo che si tratta di una persecuzione politica orchestrata dagli Stati Uniti. L'Ecuador gli ha concesso asilo politico perché ha accolto la sua tesi che, una volta in Svezia, Stoccolma cedrà alle pressioni di Washington di estradarlo negli Usa. Assange e i suoi legali sono convinti che lì sarebbe processato e condannato forse anche alla pena di morte.
Venerdì a Washington si terrà una difficile e spinosa riunione sul caso Assange tra i ministri degli Esteri dell'Oas, l'Unione degli Stati americani. Usa e Canada hanno cercato invano di evitare il summit, proposto dalle nazioni sudamericane, sostenendo che si tratta di una questione bilaterale tra Ecuador e Gran Bretagna che non deve essere discussa dall'Oas. La Casa Bianca è stata molto cauta finora, evitando di fare dichiarazioni o commenti.
Intanto il caso Assange, con continui colpi di scena a metà tra i reality show e la telenovela, sta scatenando l'immaginazione degli inglesi. Sulla vicenda si può scommettere, naturalmente: la possibilità di Assange che scava un tunnel per scappare dall'ambasciata è data 25 a 1 dagli allibratori di Paddy Power, mentre una fuga in mongolfiera, jet pack o astronave, per quanto spettacolare, è considerata meno realistica: le probabilità in questo caso sono 100 a 1.
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