Il caos siciliano specchio della crisi dei partiti

Palazzo dei Normanni, sede della Regione Sicilia (Fotogramma)

La campanella suonerà il 29 ottobre, quando, ultimato lo spoglio, si conoscerà il nome del nuovo Governatore della Sicilia. Sarà allora che partirà la vera campagna elettorale per le politiche del 2013. Da sempre l'isola è laboratorio delle grandi trasformazioni e specchio delle crisi. E lo sarà anche stavolta. Bersani e Casini hanno deciso puntare assieme su l'ex sindaco di Gela Rosario Crocetta, lasciando fuori sinistra e ldv. Potremmo definirla una sorta di prova generale, un battesimo di quel che potrebbe avvenire a marzo.

Il Pdl invece, il candidato lo cerca ancora, come del resto a Roma. Dopo mesi di guerre intestine, è infatti definitivamente saltata la candidatura del fuoriuscito e oggi leader di Grande Sud Gianfranco Miccichè. Di nomi se ne sono fatti parecchi ma nessuno al momento sembra convincere. E poiché in Sicilia non c'è la possibilità di ritirare fuori dal cilindro Berlusconi, alla fine il segretario Angelino Alfano non ha potuto che accodarsi. Del resto è già avvenuto in occasione della elezione del sindaco di Palermo. Il risultato di allora certo non è incoraggiante (fu una sconfitta senza precedenti), ma se il partito del Cavaliere marciasse da solo non ci sarebbe neppure da cominciare la gara.

Berlusconi non può permetterselo. Soprattutto se deciderà - come sembra - di correre per Palazzo Chigi. Non potrebbe infatti sottrarsi alla campagna elettorale siciliana e tantomeno ai riflessi del verdetto delle urne. Meglio sostenere allora la candidatura di Nello Musumeci, ex governatore della provincia di Catania, e oggi leader della Destra che Miccichè si è portato dalla sua parte. Certo, per chi è stato per quasi un ventennio indiscusso dominatore dell'isola non c'è da fare i salti di gioia… Ma i tempi cambiano, e come si dice in questi casi, bisogna far di necessità virtù: vale a Palermo come a Roma.

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