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Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2012 alle ore 14:29.

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BERLINO - Questa estate Berlino è invasa da turisti italiani: silenziosi, rispettosi delle regole, dimessi e con un tono da scolaretti che vogliono imparare dal primo della classe dell'eurozona. Tutti si fermano curiosi ad ogni evento che dimostra ai loro occhi la bontà del modello tedesco rispetto allo "sgarruppato" sistema italiano. Ecco dieci punti che l'Italia dovrebbe imitare dal modello tedesco per uscire dalla crisi.

1)Istruzione al primo posto. Berlino (e la Germania) è ricca di Università e politecnici di primo piano in stretto contatto con le imprese tedesche: ogni sforzo di ricerca viene utilizzato nel sistema industriale. È un circolo privilegiato che funziona da tempo. Un esempio per tutti: dal 1948 17 Premi Nobel sono andati a ricercatori della Società Max Planck, uno degli istituti più famosi in Germania e nel mondo.

2)Legge elettorale. La legge elettorale tedesca è proporzionale pura come nella Prima repubblica in Italia, ma con uno sbarramento al 5 per cento. Il sistema garantisce massima rappresentatività in Parlamento senza venire meno alla stabilità, grazie al sistema della sfiducia costruttiva, cioè non si può far cadere il governo se non c'è già una nuova maggioranza.

3) Niente casta. Niente auto blu né sirene spiegate nelle vie di Berlino a protezione del politico di turno. Poche anche le scorte armate ai politici. Nessuno si sogna di farsi vedere a far la spesa con la macchina di Stato. C'è un sistema di moderazione nel politico chiamato a dare per primo il buon esempio e a non sentirsi parte di una casta ma un rappresentante democraticamente eletto.

4)Stampa vigile e aggressiva. La Bild, il più diffuso quotidiano tedesco, e gli altri più autorevoli hanno tutti in comune la missione di tentare di essere i mastini della democrazia. A volete ci riescono, altre meno. Ma la stampa ha fatto cadare un presidente della repubblica solo perché aveva chiesto un prestito a tassi agevolati. Il sistema è improntato all'egualitarismo spinto. Il currywurst, (il wurstel simbolo di Berlino) significa proprio questo: un piatto alla portata di tutte le tasche senza snobismi.

5)Debito in tedesco vuol dire anche colpa. Chi non ha i conti a posto è dunque colpevole. Utile per capire l'intransigenza verso le cicale mediterranee.

6) L'etica calvinista vale soprattutto per i tedeschi e poi per gli altri. Il senso di moralità della vita politica ed economica è rivolto soprattutto verso gli stessi tedeschi in prima persona. Le televisoni pubbliche sono pedagogiche anche se un po' noiose. L'altra sera spiegavano in prima serata cos'è il Cds, il credit default swap, utile per capire la crisi economica. Secondo Giovanni Di Lorenzo, direttore di Die Zeit, di origini italiane, i tedeschi chiedono soprattutto coerenza ai loro politici e in Europa.

7)Riforme sociali. I tedeschi hanno fatto nel 2002 quello che noi stiamo iniziando a fare solo ora. Le riforme del lavoro (Harzt IV), dal nome del capo del personale della Volkwagen, e del welfare sono state fatte dall'ex cancelliere socialdemocratico Gerhart Schroeder, che naturalmente poi ha perso le elezioni. Oggi la Merkel va bene anche grazie a quel "lavoro sporco" fatto dall'Spd.

8)Rispetto per l'ambiente. Fine del nucleare e politiche a favore delle energie rinnovabili. Su questo Berlino non scherza. Ma anche piste ciclabili e 25 centesimi di cauzione per ogni bottiglia di plastica restituita ai supermercati. Così i barboni raccolgono le bottiglie e fanno gli spazzini ecologici per raggranellare qualche euro.

9)Avere visione di medio lungo periodo. Non si vive solo nel presente come fanno gli italiani, ma si cerca di programmarsi mantenendosi pronti nel cassetto un piano B se le cose dovessero cambiare. Rigore coniugato con flessibilità.

10)Affrontare la globalizzazione cercando di essere i migliori nel mondo. Se non ci riescono al primo colpo, ci riprovano.

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