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Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2012 alle ore 16:36.

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«L'Europa si trova in una fase fondamentale e tutti dovrebbero misurare le parole». Il cancelliere tedesco Angela Merkel , intervistata dalla televisione Ard, invita gli esponenti della coalizione che la sostengono - tra cui il segretario generale della Csu Alexander Dobrindt - a smorzare i toni sulla possibile uscita della Grecia dall'eurozona. «C'è molto in gioco quando parliamo della Grecia», ha precisato ancora la cancelliera che ha apprezzato gli sforzi del governo Samaras («si sta sforzando molto seriamente») ma ha ribadito«come già altri, ho detto al primo ministro che rimane ancora molto da fare».

«La Bce è indipendente. Ha però un mandato molto chiaro e strettamente limitato per contribuire alla stabilità della valuta. Io ho fiducia ora come prima del fatto che le sue decisioni siano prese sulla base del suo mandato, e così ha detto anche Mario Draghi» aggiunge la cancelliera tedesca che non attacca la Bce, come ha fatto oggi il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, ma non critica il numero uno della Buba per le sue parole: «Penso che sia un bene che Jens Weidmann metta in guardia i politici. Appoggio Weidmann e credo sia un bene che lui, in quanto capo della Bundesbank, abbia molta influenza nella Bce».

Intanto, però, si apre un duello a distanza tra Austria e Germania su una possibile proroga alla Grecia per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione del debito. All'apertura di Vienna vincolata al rispetto degli impegni assunti con i creditori, è arrivato un secco no da parte del vicecancelliere tedesco, Philipp Roesler.

L'apertura di Vienna
Il cancelliere austriaco, Werner Faymann, intervistato dal settimanale Oesterreich, ha aperto spiragli per tempi meno rigidi sul piano di austerity imposto ad Atene: «Vedo buone possibilità di un rispetto degli accordi fra Atene e l'Unione europea, se ciò venisse garantito sarei favorevole a una proroga del rimborso del debito di due o tre anni. Spetta agli esperti decidere il periodo» ha spiegato Faymann, sottolineando come la crisi e la disoccupazione in Grecia abbiano aggiunto un livello tale da rendere impossibile per Atene ripianare i debiti se non le verrà concesso maggior tempo per farlo.
Il cancelliere austriaco ha infine osservato come un collasso dell'Eurozona sarebbe estremamente pericoloso per l'Austria, in quanto implicherebbe una caduta delle esportazioni, un aumento della disoccupazione e una diminuzione dei salari.

La replica di Berlino
Dalal Germania è arrivata subito una doccia gelata alle aperture austriache. «Un proroga, che sia di sei mesi o di due anni, per la Grecia non è fattibile», ha precisato in un'intervista alla Zdf il vice di Angela Merkel, il liberale Philipp Roesler.

A stretto giro sono arrivate anche le parole di Angela Merkel ai microfoni della televisione Ard: «Ogni giorno è importante» perché la Grecia «moltiplichi i suoi sforzi e rispetti i suoi impegni». Ma allo stesso tempo ha stigmatizzato duramente le richieste di uscita di Atene dall'euro da parte di esponenti della sua coalizione con un invito a pesare attentamente le parole: «Abbiamo responsabilità gli uni verso gli altri in Europa, che non è solo una unione monetaria ma un'unione politica». Bisognerebbe tenere questo in mente molto attentamente, ha aggiunto la Merkel, «sapendo quanti cambiamenti sono necessari in Grecia». E sempre il numero uno tedesco ha sottolineato come Ii premier greco Antonis Samaras «si stia sforzando molto seriamente».

Le polemiche degli ultimi giorni
Il botta e risposta di oggi tra Vienna e Berlino arriva al termine del tira-e-molla negli ultimi giorni in Germania, in cui le dichiarazioni possibiliste circa una proroga alla Grecia, per realizzare le misure di austerity concordate in cambio degli aiuti, si erano alternate ad altrettante chiusure. Lo stesso premier ellenico Antonis Samaras nella sua recente visita a Berlino non è riuscito a convincere la cancelliera Angela Merkel a concedere più tempo senza aspettare il verdetto a ottobre della troika Ue-Fmi-Bce. Pesa l'orientamento dell'opinione pubblica tedesca, che sta perdendo la pazienza verso la Grecia, considerata, parole della maggior quotidiano tedesco Bild, «un pozzo senza fondo» e il cancelliere non può non prenderne atto, in vista delle prossime elezioni del 2013. Venerdì scorso nel loro incontro la Merkel si è augurata che la Grecia resti nell'euro, ma ha sottolineato che deve rispettare gli impegni presi, privatizzare gli asset pubblici, seguire le indicazioni della troika.
Diversi parlamentari della coalizione di Governo in Germania si sono mostrati piuttosto duri sulla possibilità di concedere nuovi margini di manovra ad Atene. «Non possiamo più mettere a disposizione altri soldi», ha dichiarato Volker Kauder, presidente del gruppo parlamentare Cdu-Csu, sempre alla stazione televisiva Zdf, aggiungendo che «né i dettagli né i contenuti delle decisioni già prese possono più essere oggetto di negoziati». Rainer Bruederle, presidente del gruppo parlamentare dei liberali, si è rifiutato, in un'intervista alla stazione radio Deutschlandfunk, «di alimentare ulteriormente un pozzo senza fondo». La Grecia è già stata aiutata «generosamente» e ora «deve portare dei risultati. La solidarietà non più una strada a senso unico», ha detto.

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