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Questo articolo è stato pubblicato il 27 agosto 2012 alle ore 11:55.

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Continuerà ad oltranza, «fino a una risposta da parte del Governo», l'occupazione della miniera di Nuraxi Figus, a 373 metri di profondità, da parte di una trentina di lavoratori della Carbosulcis, che hanno passato sotto terra anche questa notte. I minatori hanno occupato un pozzo due giorni fa per chiedere all'esecutivo lo sblocco il progetto di rilancio della miniera con la produzione di energia pulita dal carbone attraverso la cattura e lo stoccaggio di co2 nel sottosuolo.

I lavoratori chiedono una risposta rapida ai rappresentati delle istituzioni affinché venga fissato un incontro con i leader dei partiti che appoggiano il governo Monti, Alfano Bersani e Casini. L'obiettivo è quello di indurre l'esecutivo nazionale a dare il via libera al progetto integrato carbone-miniera-centrale elettrica.

L'azione dei minatori era stata preceduta dal blocco degli accessi alla discarica di Gessi. Ieri la decisione di inasprire la protesta con l'occupazione dei pozzi. All'interno vi è anche custodito esplosivo, circa 350 chili, utilizzato dai minatori durante le lavorazioni e ora "sequestrato" dagli occupanti.

In passato la miniera, che è ancora attiva e occupa attualmente 463 lavoratori, è stata occupata altre tre volte: nel 1984, nel 1993 e nel 1995, quando i lavoratori rimasero asserragliati in galleria per 100 giorni.

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