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Questo articolo è stato pubblicato il 28 agosto 2012 alle ore 06:38.

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Le parole del numero uno della Bundesbank Jens Weidmann, che in una recente intervista al settimanale tedesco Der Spiegel ha nuovamente criticato l'ipotesi di acquisti di titoli di Stato da parte della Bce, non sembrano aver condizionato più di tanto i mercati europei.
In una giornata caratterizzata da bassi volumi di scambio, a causa della chiusura della piazza di Londra per festività, le principali Borse del Vecchio Continente, dopo una mattinata altalenante, hanno chiuso tutte in rialzo: Milano ha guadagnato lo 0,89%, Parigi lo 0,7%, Francoforte l'1,04% mentre Madrid, migliore in Europa, messo a segno un rialzo dell'1,21 per cento. Buona la performance dei titoli del credito a Piazza Affari (+1,9% l'indice Ftse Italia Banche) mentre l'indice settoriale Stoxx a livello europeo ha guadagnato lo 0,81 per cento.
Sul fronte obbligazionario gli spread di Italia e Spagna hanno chiuso a 436 e 507 punti rispettivamente, stabili rispetto all'apertura. Cresce intanto l'attesa del piano anti-speculazione della Bce. Ieri, Joerg Asmussen, membro tedesco del direttivo dell'Eurotower, ha spiegato, a mercati chiusi, che le tecnicalità del piano «sono in via di elaborazione» e che comunque gli eventuali acquisti di titoli di Stato avverranno «esclusivamente in parallelo con i fondi salva-Stati Efsf e poi Esm» a cui i Paesi in difficoltà dovranno chiedere aiuto. Sulle modalità operative del piano si giocherà buona parte della partita tra le diverse anime all'interno della Bce. Non è un mistero infatti che a Francoforte non tutti vedano con favore eventuali acquisti di bond sovrani. Tra i contrari c'è il potentissimo numero uno della Bundesbank Jens Wiedmann che, come accennato, recentemente è tornato a esprimere con forza la propria opposizione a questa ipotesi. Le sue parole però sono state pressoché ignorate dai mercati. «Nonostante i toni estremamente duri - spiega Domenico Rizzuto di DR. Finance Consulting - Weidmann non ha detto nulla di nuovo. La sensazione è che, dietro questi attacchi a Draghi, ci sia un gioco delle parti dal sapore molto politico e dai fini prevalentemente interni».
In attesa di capire quali saranno gli sviluppi, i mercati hanno registrato la nuova frenata della fiducia delle imprese tedesche. Ad agosto, l'indice Ifo che la monitora si è attestato a 102,3 punti, da 103,2 a luglio, facendo peggio delle attese degli analisti che avevano stimato 102,7.
La reazione delle Borse al dato, comunicato intorno alle 10, è stata negativa ma temporanea. Non ne hanno invece risentito le quotazioni dell'euro, rimasto saldamente sopra quota 1,25 dollari. Questo tasso di cambio - spiegano comunque gli addetti ai lavori - si giustifica più per la debolezza del biglietto verde che per una presunta forza della moneta unica. D'altronde il dollaro è in parabola discendente da diverse sedute dopo che la Fed ha fatto capire di essere pronta a nuovi stimolo monetari. Ieri Charles Evans, presidente della Fed di Chicago, ha spronato la Banca centrale ad acquistare titoli sul mercato «finché la disoccupazione non sarà calata per almeno sei mesi consecutivi». In attesa del discorso che il presidende Ben Bernanke terrà questo venerdì al meeting di Jackson Hole e che, almeno nelle attese, dovrebbe chiarire quale sarà l'orientamento della Fed, Wall Street ha chiuso contrastata la sua prima seduta della settimana (-0,09% l'S&P500, +0,11% il Nasdaq e -0,25% il Dow Jones).
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