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Questo articolo è stato pubblicato il 28 agosto 2012 alle ore 14:50.

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Il circo della Formula 1 sposa l'auto elettrica. Dal 2014 partirà il nuovo calendario di Gran premi della "Formula E": almeno dieci per il momento, con dieci team e venti piloti per la prima stagione, tutti equipaggiati con motori alimentati da batterie a ioni litio. Niente più rombi assordanti lungo la pista, perché le vetture scivoleranno via silenziosamente su ali elettriche, e neanche velocità folli come le monoposto attuali, visto che possono toccare un massimo di 220 km l'ora (ma arrivando ai 100 km l'ora in tre secondi).

Le gare rimarranno lo stesso appassionanti, con un pizzico di suspence in più: al normale pit stop non saranno sostituite solo le gomme, né ovviamente rabboccato il serbatoio, ma sarà sostituita completamente la vettura, con tanto di pilota. Le batterie avranno infatti un'autonomia di 25-30 minuti e non saranno quindi sufficienti per completare l'ora di gara. D'altra parte è noto che il nodo da sciogliere sulla strada dell'auto elettrica è proprio la durata della batteria.

La nuova Formula E nasce dall'accordo siglato a inizio settimana dalla Federazione internazionale dell'automobile (Fia) con cui l'organismo che governa la Formula 1 concede in licenza i diritti commerciali a un consorzio di Hong Kong, Formula E Holdings Ltd, del quale il principale investitore è il businessman spagnolo Enrique Banuelos e in cui è coinvolto anche l'ex ministro della Scienza britannico e pilota amatoriale Paul Drayson. Altro azionista di rilievo, nonché Ceo della società, è Alejandro Agag, nipote dell'ex premier spagnolo José Luis Aznar, già attivo nelle serie GP2 e GP3 della Formula 1.

Le città candidate ai Gran premi elettrici sono al momento una decina: Hong Kong, Shanghai, Pechino, Mumbai, Sydney, Città del Capo, Rio de Janeiro, Mosca, Città del Messico, Miami e Los Angeles. Tutti circuiti urbani, perché «le città sono l'ambiente naturale per l'auto elettrica» spiega Agag. Per l'Europa sono in corso trattative con Berlino per un percorso attorno alla Porta di Brandeburgo. In palio a fine stagione c'è un premio di due milioni di euro per il costruttore e di quattro milioni per i piloti vincenti.

«Queste gare attireranno un pubblico nuovo, più giovane – ha commentato il presidente della Fia Jean Todt – e rappresentano un'opportunità per condividere valori come energia pulita, mobilità e sostenibilità». Nel fare una scommessa di peso sull'auto elettrica, Agag ha indicato tre obiettivi per la nuova Formula E: «Primo, creare gare caratterizzate da un clima realmente competitivo; secondo, rappresentare un ambito per lo sviluppo e la ricerca attorno al veicolo elettrico; terzo, fare in modo che la gente arrivi ad avere fiducia nell'auto elettrica». Un altro tassello per l'evoluzione della mobilità sostenibile.

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