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Questo articolo è stato pubblicato il 28 agosto 2012 alle ore 23:26.

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Se le elezioni si terranno tra marzo e aprile, e Roberto Maroni ne è convinto, la Lega è pronta a partire con la campagna d'autunno: un tour per il Nord Italia al via subito dopo gli stati generali (a Torino alla fine di settembre). Dal 7 ottobre al 7 aprile, una regione al mese, i lumbard partono da Venezia e arrivano a Pontida, da dove mancano da più di un anno.

Roberto Maroni riparte dalle piazze. Finita l'era Bossi la musica cambia, basta Festa dei popoli padani. Via al tour per le regioni del Nord Italia per illustrare la proposta del Carroccio e «raccogliere le firme per le leggi di iniziativa popolare che consentano il referendum sull'euro e l'Europa», annuncia il segretario federale in una conferenza stampa in via Bellerio.

'Prima il Nord' è lo slogan che i leghisti hanno scelto e che su manifesti 6 metri per 3 stanno già distribuendo in diverse città. Perchè, spiega Maroni, «il governo Monti ha fatto e sta facendo il male del Nord. Quindi la nostra proposta è 'Prima il nord' e governo Monti a casa subito». Poi il leader leghista critica quella che definisce «l'iniziativa strampalata di tassare le bibite gassate», «stiamo andando verso lo Stato etico, che ti dice cosa fa male mangiare»
Ma la macroregione del Nord, così come l'ha lanciata da Roberto Formigoni non convince Maroni. «Qualcuno parla un po' a vanvera», dice l'ex ministro che non ci sta a farsi scippare l'idea dal governatore lombardo. E rivendica: «la macroregione è una cosa seria e sacra, è stata lanciata da Gianfranco Miglio già tanti anni fa». «E noi - aggiunge - vogliamo marcare anche fisicamente la nostra presenza nella macroregione del Nord».

Quanto alle elezioni, un possibile nuovo accordo pre elettorale come nel '94 con Silvio Berlusconi e il Pdl (allora c'era Forza Italia) sarebbe «un deja vu». Anche perché, spiega Maroni, «con un partito che sostiene Monti significherebbe tradire lo schema».
Il segretario federale del Carroccio è convinto che non ci sarà nessuna modifica della legge elettorale. «I timori e i veti incrociati e le convenienze di bottega - sostiene - impediranno che ci siano cambiamenti». La pensa aallo stesso modo anche Roberto Calderoli, incaricato dal movimento di seguire da vicino la questione, che sottolinea come «l'unica proposta che non prevede la lista bloccata» sia «quella della Lega».

Maroni annuncia che i lumbard stanno «recuperando nei sondaggi», «abbiamo ritrovato quell'unità e compattezza che per noi è fondamentale», dice. Ma quello che è successo a Padova prova che qualche problema ancora c'è. Roberto Marcato, etichettato da molti come il 'colonello bossiano in Veneto', è stato rimosso (per decisione del direttivo regionale) dalla carica di segretario provinciale e Leonardo Muraro (nominato dal segretario del Veneto Flavio Tosi) è stato chiamato ad assumere il ruolo di commissario finchè non si arriverà a nuove elezioni. Marcato era stato eletto segretario nel maggio scorso, in controtendenza visto che in molti casi avevano avuto la meglio i cosiddetti maroniani. La richiesta di commissariamento dovrà essere sottoposta al consiglio federale del Carroccio. Insomma, la situazione della Lega Nord di Padova «é nelle mani di Maroni», parola del governatore veneto Luca Zaia.

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