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Questo articolo è stato pubblicato il 28 agosto 2012 alle ore 06:41.

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Lavoratori, imprenditori e intere famiglie di immigrati che si spostano dall'Italia per ricominciare altrove. Che sia l'Europa o il paese d'origine non importa, l'Italia non dà più speranza. Quello di cui stiamo parlando è un fenomeno che si sta accellerando con la crisi e una politica dell'immigrazione che non ha certo aiutato e spinge in molti a cambiar bandiera. Il Sole lo ha raccontato per primo con testimonianze e i pochi numeri disponibili (ancora non ci sono vere statistiche sul fenomeno). Ora a lanciare l'allarme ci pensa il ministro per la Cooperazione e l'Integrazione, Andrea Riccardi, in un'intervista all'Ansa: «È una perdita per l'Italia il fatto che molti lavoratori stranieri, a causa della crisi, siano tornati al loro Paese d'origine o in altri Stati europei, dove è più facile trovare lavoro e integrarsi».
«L'ultimo censimento Istat parla di un milione di lavoratori stranieri in meno. Probabilmente - ha argomentato il ministro - è un dato sovrastimato. Tuttavia ci sono sicuramente molti immigrati che, di fronte alla crisi, sono tornati nei paesi d'origine. Altri invece sono andati in altri Stati europei dove è più facile trovare lavoro e integrarsi. Si tratta in generale di manodopera specializzata molto richiesta dagli imprenditori e di persone che si sono ben integrate: è un fenomeno che rischia di tradursi in una perdita per il nostro Paese)- ha ribadito Riccardi.
Soprattutto al Nord tra le comunità di immigrati è frequente il racconto di amici o parenti che hanno deciso di voltar pagina. La meta più ambita è la Francia ma anche il Belgio. In molti casi si tratta di cittadini ben integrati anche con la cittadinanza in tasca, come la storia di Jawad, imprenditore torinese di origine marocchina, che segue l'esempio dei suoi amici e decide di chiudere il suo panificio, raccogliere i due figli e la moglie per riiniziare da Nizza. E a Nizza aprirà la sua nuova attività imprenditoriale. È tutto pronto.
Brutti segnali, anche se il Ministro argomenta che il Governo, nel Consiglio dei ministri di venerdì scorso, ha adottato alcune iniziative in tema di immigrazione per contrastare il fenomeno. «La logica che guida il Governo - ha spiegato Riccardi - è che questo problema epocale non può essere più gestito solo con una logica di emergenza».
Non è mancata una polemica a questo proposito con il leghista Roberto Calderoli. «Ma il ministro Riccardi è a conoscenza degli ultimi dati della disoccupazione che da noi ha toccato livelli da record?», è la domanda che rivolge l'ex ministro del Governo Berlusconi. Non si fa attendere la replica di Riccardi: «Sembra strano che l'ex ministro Calderoli non conosca le numerose ricerche, che mettono in luce come ci sia ormai una serie di attività lavorative che gli italiani, nonostante la crisi, non vogliono più fare e che non conosca da vicino le esigenze degli imprenditori».
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