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Questo articolo è stato pubblicato il 29 agosto 2012 alle ore 16:35.

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Nella foto il governatore del New Jersey, Chris Christie durante il suo intervento alla convention repubblicana (AFP Photo)Nella foto il governatore del New Jersey, Chris Christie durante il suo intervento alla convention repubblicana (AFP Photo)

TAMPA - I repubblicani aprono la seconda giornata delle loro Convention accorciata dall'urgano Isaac, che ancora incombe su New Orleans, dopo aver archviiato una serata dedicata a reintrodurre il loro candidato, Mitt Romney, al Paese. Una missione affidata anzitutto alla moglie, e first lady in caso di vittoria a novembre, Ann. Ma anche a una pattuglia di governatori di stati, simbolo dell'impeto riformatore del partito. Su tutti quello del New Jersey, Chris Chistie, e i paladini degli ultraconservatori Scott Walker del Wisconsin e Nikki Haley della South Carolina.
Il compito più difficile è stato quella di Ann Romney. Si è presentata vestita di rosso, dopo aver scelto con cura il guardaroba e le parole. E ha sottolineato il lato umano del marito, cercando di superare la freddezza dell'elettorato nei suoi confronti. Ha cominciato con un inno alle donne, dove i repubblicani difettano di consensi, con frasi emotive e a effetto: «Vi amo donne», ha dichiarato sottolineando quanto sia difficile la loro ricerca di equilibrio tra lavoro e famiglia. Ha continuato raccontando il suo incontro con Mitt, al liceo, e il loro matrimonio, ricordando con affetto come lui la faccia ridere ancora oggi.

Ha provato anche a scacciare l'ombra che grava su di loro di essere una coppia privilegiata e distante dalle preoccupazioni dell'americano medio. Qui forse c'e' stato il passaggio più forte: «Ho letto che Mitt e io abbiamo un matrimonio da favola. Vi dico una cosa: nelle favole che conosco non ci sono lunghe notti piovose con cinque bambini che stillano. Né capitoli dedicati alla sclerosi multipla o al cancro al seno», ha detto ricordando i propri problemi di salute. «Mitt e io abbiamo un matrimonio reale». E ha concluso affermando che, da presidente, «nessuno lavorerà duro quanto Mitt» per gli americani. Dopo un inizio incerto, il discorso è diventato più fluido e efficace.

Chris Christie ha invece dedicato il proprio intervento all'identità politica della candidatura di Romney. Ha detto che è ora che il Paese affronti «la dura realtà», quella fiscale. «La matematica dei conti federali non ha senso» ha denunciato. Ha invocato le sue radici familiari popolari fatte di duro lavoro e rigore. E assicurato che i repubblicani riformeranno il governo federale riducendone il ruolo e cancellando la riforma sanitaria voluta da Barack Obama. Nikki Haley della South Carolina, cara ai conservatori dei Tea Party, ha sottolineato le sue origini indiano-americane e le radici familiari nella piccola imprenditoria, altro tema della serata.

I repubblicani attaccano quella che definiscono l'antipatia di Obama per il successo degli imprenditori. Scott Walker del Wisconsin ha ricevuto l'ovazione piu' forte dalla platea, memore delle sue battaglie contro i sindacati dei dipendenti pubblici. La serata di ieri ha preparato la nuova offensiva delle prossime ore contro i democratici: la critica di una politica estera poco efficace, con oratori quali l'ex Segretario di Stato Condoleezza Rice. E l'assalto, ancora, alle politiche fiscali, il cui portatore sarà questa sera direttamente il candidato alla vicepresidenza Paul Ryan, noto per le sue proposte di riforma di Medicare, l'assistenza sanitaria agli anziani, e di taglio del debito.

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