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Questo articolo è stato pubblicato il 29 agosto 2012 alle ore 06:39.
ROMA
Hanno vinto i veti incrociati. Il centrodestra siciliano arriverà spaccato al voto regionale. «Prendo atto della determinazione dei soggetti politici che mi hanno chiesto di guidare il progetto di autonomia politica della Sicilia e di rappresentanza piena dei suoi interessi territoriali. Pertanto, sciolgo la riserva e mi candido alla presidenza della regione siciliana». Lo ha annunciato, in una nota, il leader di Grande Sud e parlamentare nazionale, Gianfranco Miccichè. A due mesi esatti dalle elezioni in Sicilia si rimescolano ancora una volta le carte. Micciché rompe con il leader isolano della Destra, Nello Musumeci, da lui stesso candidato alla presidenza della Regione appena una settimana fa, e torna in campo con una coalizione comprendente Fli, il Partito dei siciliani (nuovo nome dell'Mpa dell'ex governatore Raffaele Lombardo) e il Movimento popolare siciliano.
Musumeci è stato abbandonato da Grande Sud proprio perché «non ha sposato lo spirito sicilianista di Micciché», ha spiegato il segretario regionale sudista Pippo Fallica. Inoltre, Fli sembra aver avuto un peso decisivo nel far saltare la trattativa, se è vero che da Musumeci, ex presidente della Provincia di Catania e sottosegretario al Lavoro nell'ultimo governo Berlusconi, tra i fondatori della Destra, è partito anche un affondo al ruolo che avrebbe giocato il presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel far saltare la trattativa: «Non voglio aprire polemiche, credo che il telefono della presidenza della Camera, in questi giorni, sia stato impegnato in lunghe conversazioni con Palermo e Catania e questo la dice lunga sul reale interesse nei confronti della Sicilia». Musumeci ha parlato di «un clima di odio inimmaginabile» e ha assicurato che non ci ripenserà: andrà avanti con il Pdl, la Destra, e la lista unica annunciata a suo sostegno da Pid, Noi Sud e riformisti di Stefania Craxi, più un drappello di deputati regionali del Pdl che si richiamano alle posizioni dello scontento capogruppo all'Ars, Innocenzo Leontini.
Infine, nel centrosinistra il cantiere rimane aperto. Anche qui i candidati sono due, Rosario Crocetta (Pd, Udc e Api) e Claudio Fava (Sel). Idv deve ancora decidere, lo farà venerdì quando Di Pietro volerà a Palermo per chiudere la partita. «Mai comunque con l'Udc», giura il coordinatore dei dipietristi nell'isola, Fabio Giambrone, che sul pm Antonino Ingroia dice: «Sarebbe una candidatura autorevole». Il magistrato allarga le braccia: «Io candidato alla Regione? Non mi risulta».
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