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Questo articolo è stato pubblicato il 31 agosto 2012 alle ore 13:18.

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Peggiorano le condizioni del cardinale Carlo Maria Martini, da tempo malato di Parkinson, «è purtroppo entrato in fase terminale. Dopo un'ultima crisi, cominciata a metà agosto, non è più stato in grado di deglutire né cibi solidi né liquidi. Ma è rimasto lucido fino all'ultimo e ha rifiutato ogni forma di accanimento terapeutico». Lo afferma all'Adnkronos Salute il neurologo Gianni Pezzoli, che da anni ha in cura l'arcivescovo emerito di Milano.

«Una persona straordinaria. Un testimonial di riferimento per tutti i pazienti con il Parkinson, per la forza che ha dimostrato di fronte alla malattia». Così Gianni Pezzoli, a capo del Centro per la malattia di Parkinson e i disturbi del movimento degli Istituti clinici di perfezionamento (Icp) di Milano, descrive all'Adnkronos Salute il cardinale Martini, aggravatosi nelle ultime ore. «Non si è mai arreso», spiega il neurologo che lo ha in cura da 10 anni. «Pensare positivo è il suo
motto e il suo messaggio piu' grande». «Anche quando si trovava in condizioni veramente difficili, il cardinal Martini ha sempre cercato di vivere una vita normale, mantenendo contatti costanti con tutti quelli che lo andavano a trovare», dice Pezzoli che ha fondato e presiede l'Aip (Associazione italiana parkinsoniani), per la quale l'arcivescovo emerito «ha rappresentato e rappresenta un testimonial di riferimento costante».

Il cardinal Martini «non ha mai cercato di nascondere la sua
malattia, anzi l'ha sempre dichiarata con grande coraggio» ribadisce
Pezzoli. «Ha partecipato a svariati convegni sul Parkinson, durante i
quali ha sempre risposto alle domande dei pazienti. Ha continuato a
scrivere per il Corriere sino a fine giugno», poi «a metà agosto
l'ultima crisi» che lo ha fatto entrare «in una fase terminale». «Per
noi è stato ed è un onore poterlo seguire», afferma il medico.

L'arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, in una nota, «raccomanda a tutti i fedeli della Diocesi e a quanti l'hanno caro speciali preghiere, espressione di affetto e di vicinanza in questo delicato momento».

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