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Questo articolo è stato pubblicato il 31 agosto 2012 alle ore 18:07.

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La miniera del Sulcis non chiuderà il 31 dicembre. Questo l'esito dell'incontro che si è concluso tra Governo, Regione e Provincia al ministero dello Sviluppo economico dove erano presenti, oltre al ministro Corrado Passera, anche il sottosegretario Claudio De Vincenti, il presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci e il presidente della provincia Carbonia Iglesias, Salvatore Cherchi. «Si è deciso di rivedere il progetto - spiega una nota del ministero - per aggiornarlo e renderlo compatibile con le migliori tecnologie ed economicamente sostenibile. A tal fine si è deciso di proporre al Parlamento la proroga della scadenza prevista dalla legge 99/2009 per il bando di affidamento della relativa concessione. L'attività mineraria non subirà la paventata interruzione al 31 dicembre».

Nel Sulcis accesso bloccato ai pozzi minerari
Intanto, nel Sulcis, davanti ai giornalisti e operatori tv. questa mattina i minatori hanno saldato il cancello che consente l'accesso di macchine e mezzi pesanti nel sottosuolo. A meno 373 metri si arriva solo con l'ascensore. Un atto che assegna ai minatori in occupazione - da domenica scorsa - il pieno controllo dei pozzi. «Visti i colpi di testa che ci sono stati in questi giorni, la miniera viene ora presidiata al cento per cento per evitare che il nervosismo possa portare a un gesto folle», ha chiarito rivolgendosi ai cronisti e ribadendo che d'ora in poi tutti gli accessi alla miniera sono presidiati o chiusi. L'altro giorno, in diretta tv, Stefano Meletti, rappresentante sindacale della Rsu, aveva estratto un coltello e si era ferito a un polso.
I minatori hanno poi commentato la vicinanza e la solidarietà espressa in questi giorni dal Presidente della Repubblica. «Napolitano sta dalla parte dei lavoratori», hanno commentato gli operai.

A Roma questa mattina anche l'incontro su Alcoa
Fumata grigia invece, stamattina, nella sede del Mise, sul caso dell'Alcoa, mentre gli operai della multinazionale dell'alluminio sono arrivati in massa dalla Sardegna per far sentire la loro voce. In una nota, il ministero annuncia che la multinazionale svizzera, Glencore, ha confermato «il proprio interesse a discutere della questione Alcoa, chiedendo chiarimenti in merito alle condizioni di contesto, come costo dell'energia, condizioni infrastrutturali e ambientali». Il Mise precisa anche che «il Governo, la Regione e la Provincia, hanno fornito le informazioni richieste». «Su questa base, Glencore si è riservata di fornire le proprie valutazioni entro una settimana». A questo punto il prossimo incontro dovrebbe essere il 5 settembre, data già fissata per un vertice fra Governo Alcoa e sindacati. Nel frattempo, però, l'azienda ha rifiutato la richiesta di proroga arrivata dalla Regione Sardegna. Da lunedì partiranno le procedure per avviare l'arresto della produzione.

La Sardegna parteciperà a bando europeo da 800 milioni
Oggi nella capitale c'è stato anche un incontro tra il vicepresidente della Commissione europea, responsabile per l'industria e l'imprenditoria, Antonio Tajani, al termine dell'incontro a Roma con il governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci. «Da parte della Commissione europea totale vicinanza alla Regione Sardegna - ha detto Tajani - e totale sintonia di vedute con Cappellacci per quanto riguarda la politica industriale del futuro».

Il sottosegretario ha detto anche che il piano di riconversione della miniera del Carbosulcis è «in sintonia con la strategia dell'Unione europea che punta entro il 2020 a ridurre del 20% le emissioni di Co2. La proposta sarda va in questa direzione». «Dobbiamo impedire che avvenga una deindustralizzazione della Sardegna - ha aggiunto - e la regione può partecipare ad un prossimo bando di 800 milioni di euro legato allo stoccaggio e la riduzione di emissioni di Co2 del carbone che sarà lanciato all' inizio del prossimo anno».

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