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Questo articolo è stato pubblicato il 03 settembre 2012 alle ore 12:04.

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Gli acquisti di titoli di Stato «fino a tre anni non costituiscono un finanziamento monetario agli Stati». Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, durante l'audizione a porte chiuse all'europarlamento secondo quanto riferito da parlamentari presenti. Secondo la ricostruzione di Mauro, Draghi ha tenuto sempre a indicare che eventuali nuovi interventi della Bce sarebbero sul mercato secondario, precisando sempre «se e quando» questo intervento avverrà.

Draghi ha specificato «di non essere giurista» ma ha difeso l'interpretazione dei trattati europei relativamente alla possibilità di acquisto di titoli sul mercato secondario a scadenza non superiore ai tre anni per la difesa delle condizioni monetarie ottimali. Questa é la nostra interpretazione del trattato europeo, ha indicato Draghi secondo quanto riportato.

La Bce, avrebbe detto Draghi,«è contraria alla concessione di una licenza bancaria al fondo salva-Stati Esm» perché «avrebbe lo stesso effetto del finanziamento diretto agli Stati». Lo riferisce dall'Europarlamento Markus Ferber, capogruppo della Csu bavarese.

Secondo il commissario per gli affari economici e monetari Olli Rehn, occorrono interventi correttivi sia di breve che di lungo termine all'architettura comunitaria per arrivare a un'Unione Europea versione 2.0 capace di garantire il futuro e la prosperità dell'area ed eliminare gli attuali «punti deboli». L'Unione Europea presenterà a ottobre un rapporto ai leader del continente sulle riforme che devono esser fatte immediatamente, fra cui la definizione di un'autorità di supervisione centrale e comune per tutte le banche dell'area. «Nel breve termine - ha detto - siamo convinti che passare a una supervisione delle banche a livello europeo, così come la prospettiva di una vera e propria unione monetaria, siano misure necessarie per assicurare la stabilità di un'economia europea integrata e per spezzare il circolo vizioso fra debito sovrano e debito delle banche». «Come abbiamo visto di recente - ha detto - anche banche piccole possono esser sistemiche e provocare turbolenze finanziarie», come avvenuto nel caso di Northern Rock, Anglo Irish e Bankia.

Intanto Wolfgang Schäuble, il ministro delle Finanze tedesco, si è detto "sicuro" che i giudici tedeschi non troveranno il fondo di salvataggio Esm incompatibile con la legge tedesca. Lo riportano le agenzie internazionali.

Secondo il ministro delle Finanze tedesco inoltre dall'audizione di Draghi non bisogna aspettarsi molto: il ministro di Merkel infatti mette subito le mani avanti e dice di non fare troppo affidamento sulla Banca centrale europea e sui suoi piani di comprare bond mentre - osserva l'agenzia Bloomberg - cresce la pressione su Spagna e Italia affinché i due Paesi decidano di chiedere aiuto. Le differenti posizioni sulle strategie salva-euro sono ribadite dalle dichiarazioni pre-vertice.

Le parole di Schauble suonano come risposta a distanza a quanto dichiarato stamane dal ministro spagnolo dell'Economia Luis de Guindos che ha ribadito l'impegno del governo di Madrid a ridurre il debito pubblico e ottimisticamente ha previsto: «Contro la crisi dell'eurozona la Bce agirà di conseguenza». Ad agosto, ricorda de Guindos, «la Banca centrale europea aveva detto di voler intervenire nel mercato secondario» acquistando titoli di debito dei Paesi più fragili, come la Spagna o l'Italia, ha ricordato il ministro alla radio Onda Cero. «E questo è ciò che deciderà nei prossimi giorni», ha aggiunto, sottolineando che «questa settimana c'è una riunione del Consiglio direttivo della Bce». «Credo che la Bce sappia quali siano i problemi dell'euro e agirà di conseguenza», ha affermato aggiungendo che il Governo spagnolo rispetterà in maniera assoluta la sua indipendenza.

Un altro modo di tirare la giacca a Draghi è la dichiarazione del portavoce del Commissario per il mercato interno Michel Barnier, secondo cui nella proposta di supervisione bancaria che sarà presentata il 12 settembre «l'ultima parola sarà della Bce». Visto che ieri sempre Schaeuble ribadiva l'opposizione della Germania ad una supervisione centralizzata europea su tutte le banche dell'eurozona, il portavoce di Barnier sembra stamattina voler rilanciare: «Abbiamo una proposta ambiziosa, per noi la Bce deve avere un ruolo centrale» precisa però che «non abbiamo mai detto che dovrà fare tutto da sola»; i «legami con le autorithy nazionali restano» - assicura il portavoce - in chiave di «cooperazione» e con «un ruolo importante» per le authority nazionali.

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