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Questo articolo è stato pubblicato il 04 settembre 2012 alle ore 06:40.

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Rappresentanti di fede musulmana, buddista, cristiani ortodossi, copti, valdesi. E poi leader di partiti di sinistra, di centro, di centrodestra e di centrosinistra.
Ancora una volta Carlo Maria Martini è riuscito ad avvicinare (almeno per alcuni momenti) chi abitualmente è lontano. Ai suoi funerali nel Duomo di Milano hanno partecipato oltre 20mila fedeli, 6mila sono riusciti a entrare nella cattedrale, gli altri 15mila sono rimasti fuori, sulla piazza. Dentro, in prima fila, la sorella dell'arcivescovo emerito di Milano, Maris, con i nipoti Giulia e Giovanni. Poco distante il presidente del Consiglio, Mario Monti con la moglie Elsa, la presidente Pd Rosy Bindi, i leader di Sel e Udc Nichi Vendola e Pier Ferdinando Casini. C'è anche Romano Prodi. Ci sono Roberto Formigoni, Mariastella Gelmini e Mario Mantovani (Pdl). Oltre ai ministri Andrea Riccardi, Renato Balduzzi, Lorenzo Ornaghi e al sottosegretario Piero Giarda.
Tra le prime file molti gesuiti, l'ordine cui apparteneva Martini. In tutto i preti presenti sono più di mille, ci sono una quarantina di vescovi e 12 cardinali. Il Pontefice ha inviato il suo messaggio, letto dal cardinale Angelo Comastri, arciprete di San Pietro e vicario del Papa per la Città del Vaticano. Benedetto XVI, ha precisato Comastri, «è spiritualmente presente» a questa celebrazione. Martini «è stato un uomo di Dio», scrive il Papa ed «è stato capace di insegnare ai credenti e a coloro che sono alla ricerca della verità che l'unica Parola degna di essere ascoltata, accolta e seguita è quella di Dio, perché indica a tutti il cammino della verità e dell'amore». Ratzinger ha definito Martini «pastore generoso e fedele della Chiesa».
Anche l'arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, abbraccia il pensiero di Carlo Maria Martini. «La sua eredità è tutta nella sua vita e nel suo magistero. E noi dovremo continuare ad attingervi a lungo», dice nell'omelia. Poi ricorda la frase che lo stesso arcivescovo emerito ha deciso di porre sulla propria tomba, «chiave per interpretare la sua esistenza»: «Lampada per i miei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino». Se Martini diceva che in ciascuno c'è un credente e un non credente e che lo sforzo del credente è allargare lo spazio della fede, Scola cita il Vangelo di Marco: «Credo; aiuta la mia incredulità». C'è un unico cenno di distinguo, quando Scola dice che «nella Chiesa le diversità di temperamento e di sensibilità» esprimono «la legge della comunione: la pluriforme unità». Le sue parole sono quelle dello studioso, del teologo, che si fa interprete del messaggio di Martini.
Scalda il cuore dei presenti un altro arcivescovo emerito di Milano, Dionigi Tettamanzi che, con il suo modo di comunicare semplice, strappa l'applauso dei fedeli. Non nasconde la sua emozione e parla di Martini come di un «padre, pastore, maestro, servo, intercessore, testimone della verità di Dio e della dignità dell'uomo». Difficile pronunciarsi in questa circostanza, dice Tettamanzi. Che rivela: «Martini è stato per me punto di riferimento per interpretare le divine Scritture, leggere il tempo presente e sognare il futuro, tracciare sentieri per la missione evangelizzatrice della Chiesa». Dalla celebrazione dei funerali sembra arrivare un messaggio chiaro: la Chiesa tutta riconosce il magistero di Martini.
I politici tacciono. Il presidente del Consiglio, Mario Monti, lascia il Duomo subito dopo le esequie. Ha già scritto del rapporto che lo lega a Martini, di come poche persone abbiano influenzato i suoi orientamenti e le sue scelte quanto il cardinale, sull'Europa soprattutto. Il leader di Sel, Nichi Vendola, si limita a parlare dei funerali come di «una cerimonia straordinaria per una persona straordinaria». Roberto Formigoni, presidente della regione Lombardia, ricorda la «grande disponibilità» di Martini con tutti. E il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia lo definisce «un grande uomo, un grande sacerdote e un grande maestro». Dentro il Duomo e fuori ci sono giovani, anziani, bambini, cattolici e laici, immigrati, persone appartenenti a religioni diverse. È l'incontro con gli altri, tutti, che Carlo Maria Martini ha cercato e compiuto per tutta la vita. La cerimonia religiosa si chiude con un ultimo applauso. La salma viene tumulata in forma privata nella navata sinistra del Duomo, ai piedi dell'altare della Croce di San Carlo Borromeo.
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L'E-BOOK DEL SOLE
p Dal marzo 2005 all'aprile 2009 Carlo Maria Martini pubblicò diversi articoli sul Sole 24 Ore, intervenendo sia su temi strettamente religiosi come il significato della Pasqua sia su questioni di cronaca, come i fenomeni di intolleranza nei confronti degli stranieri o l'elezione di Papa Benedetto XVI.
p Questi scritti sono raccolti in un instant e-book disponibile sul nostro sito: «Gli scritti di Martini per il Sole» è consultabile gratuitamente, cliccando dalla home page nel titolo dell'e-book che compare tra i temi «In evidenza» (sopra le aperture).
p All'interno anche l'intervento «Io, Welby e la morte», in cui l'ex cardinale di Milano illustra le sue posizioni sul l'accanimento terapeutico.

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