Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 05 settembre 2012 alle ore 06:39.

My24


ROMA
Arrocco Pdl sulla giustizia, alla vigilia della capigruppo che domani alla Camera potrebbe far tornare il ddl intercettazioni all'ordine del giorno dell'Aula. Sul fronte giustizia, spiega il capogruppo a Montecitorio, Fabrizio Cicchitto, «c'è un trittico» di provvedimenti che devono procedere insieme: il ddl anticorruzione (quello che più preoccupa il centrodestra per i possibili riflessi sul processo Ruby), che «va emendato ma approvato», il ddl intercettazioni e infine le norme sulla responsabilità civile dei magistrati, un cavallo di battaglia del Pdl, contenute nella Comunitaria 2011 all'esame del Senato.
Cicchitto, in Transatlantico a Montecitorio, conferma la disponibilità a rivedere proprio la cosiddetta "norma Pini" (dal nome del proponente leghista; già approvata dalla Camera, introduce l'azione giudiziaria diretta contro i magistrati da parte dei cittadini che si ritengano danneggiati dalle scelte delle toghe): «Siamo pronti a rivedere queste norme, ma se non c'è coordinamento tra queste tre voci», potrebbero anche essere approvate così come sono. Le parole di Cicchitto precedono di poco l'annuncio di un vertice convocato oggi da Berlusconi a palazzo Grazioli proprio per fare il punto della situazione in vista della ripresa dei lavori parlamentari. Piatto forte – insieme al «trittico» – la riforma della legge elettorale, tema che sempre oggi verrà discusso in comitato ristretto a palazzo Madama.
La reazione del Pd all'aut aut del centrodestra non si fa attendere. «Forse Cicchitto si sente Giotto?», insorge la capogruppo Pd in commissione Giustizia alla Camera, Donatella Ferranti: «La vera urgenza per la giustizia italiana è una e cioè approvare rapidamente il ddl anticorruzione». Poi bolla come irresponsabile «continuare ad intestardirsi su norme, come quelle sulle intercettazioni, che servono solo a impedire ogni confronto sulle vere questioni della giustizia». Più esplicito il responsabile Giustizia Idv, Luigi Li Gotti: «La visione "trittica" di Cicchitto si chiama "ricatto"», mentre dalle file Pdl Luigi Vitali e Jole Santellli censurano le parole di Ferranti, accusata di voler imporre l'agenda Pd al Parlamento.
La "strana maggioranza" conferma dunque le divisioni sulle priorità del Parlamento sulla giustizia, riacutizzatesi dopo il "caso Panorama" sulle telefonate Napolitano-Mancino che ha riportato le intercettazioni tra i temi centrali della politica. Per il Pdl, la riforma degli ascolti e modifiche mirate al Ddl Alfano sulla corruzione rappresentano un obiettivo minimo imprescindibile. Per raggiungere il quale è pronto a calare l'asso (fatto balenare spesso negli ultimi mesi, in corrispondenza dei picchi della tensione con la sinistra) di un possibile stralcio della responsabilità delle toghe, chiesta a gran voce dai democratici. Il Pd si associa invece al governo (premier Monti, guardasigilli Severino) nel voler approvare in fretta le norme sulla corruzione, mentre punta a uno slittamento alla prossima legislatura per le intercettazioni. L'uscita di Cicchitto non lascia molti margini per una soluzione. Tra gli azzurri, il senatore Alfredo Mantovano respinge comunque l'ipotesi di un blitz Pdl proprio sulla calendarizzazione della riforma degli ascolti («facciamo parte della maggioranza», osserva) e chiede di inserire nel ddl una norma a tutela delle alte cariche dello Stato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi