Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 05 settembre 2012 alle ore 11:20.

My24
Beppe Grillo (Ansa)Beppe Grillo (Ansa)

Le politiche si avvicinano, mancano un autunno e un inverno di campagne elettorali, e, esattamente come uno dei tanti partiti contestati, anche il Movimento 5 Stelle patisce fratture non rimediabili. Colpa dell'ambizione, della smania di potere dalla quale nessuno è tutto sommato immune? O colpa dell'eminenza grigia del Movimento, quel Gian Roberto Casaleggio additato da più parti come il responsabile di epurazioni e malconteni? L'ultimo, solo in ordine di tempo, a indicare nell'imprenditore l'origine dei mali dei grillini è il primo epurato illustre del Movimento stesso, Valentino Tavolazzi.

Ferrarese, ingegnere, tra i primi attivisti dei meet up che furono la base del successo dei 5 Stelle, Tavolazzi la scorsa primavera è stato buttato fuori da Grillo. «No - ci diceva un paio di mesi fa l'ingegnere - non è stato Beppe, è un amico e abbiamo stima reciproca: è stato Casaleggio». Ieri, durante un'intervista al programma di Radio 24 'La Zanzara', l'affondo che se non è mortale è comunque doloroso: «Casaleggio è il problema del Movimento 5 Stelle: ha interessi economici che deve tutelare e il blog di Beppe lo gestisce lui». L'accusa per il momento cade nel vuoto, lo spin doctor di Grillo resta in silenzio e nell'ombra: anche a chiamarlo per intere giornate non risponde al telefono.

Resta però un'evidenza alla quale nemmeno il leader Grillo può sottrarsi: tra gli epurati (ultimo in ordine di tempo il bolognese Filippo Boriani, consigliere di quartiere reo di essere al terzo mandato, ne ha fatti due negli anni '90 come consigliere comunale, diffidato dall'usare il simbolo) la rabbia cresce e inizia a concretizzarsi in azione. Pochi giorni fa gli espulsi hanno fatto ricorso all'Agcom, l'autorità garante per le comunicazioni, a proposito dell'uso del simbolo. Grillo ha risposto una cosa che più o meno suona così: "Il marchio è mio e me lo gestisco io". Contestualmente (e qui sta una genialata comunicativa che fa chinare il capo davanti alle strategie di Casaleggio o chi per lui) sbraita: "Mi vogliono ammazzare".

Distolta l'attenzione dai "traditori" e nessuno si accorge più di cosa sta succedendo all'interno del Movimento. Ovunque, tranne che a Bologna, terra in cui i Grillini si mandano a quel paese dai banchi delle istituzioni. Così il consigliere comunale Massimo Bugani ammette che «sì, ci sono dei problemi al nostro interno». Non solo: accusa Giovanni Favia, capogruppo in Regione, di puntare a una poltrona romana e, in sostanza, di farsi i suoi interessi. Favia, che adesso si trova anche coinvolto nello scandalo delle interviste a pagamento nelle tv private sul quale indaga la Finanza, risponde che tensione non ce n'è e che lui a Roma non pensa neanche. Vero o no, non manca molto per scoprirlo: giusto un autunno e un inverno che potrebbero portare un po' di sorprese per i grillini. Se Parigi valeva una messa, Roma varrà, forse, una scissione.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi