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Questo articolo è stato pubblicato il 05 settembre 2012 alle ore 13:36.

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È strage in Siria: almeno 23 i bambini già uccisi oggi, con un bilancio complessivo di 75 morti. Lo denunciano i comitati di coordinamento locale anti-regime. La gran parte degli uccisi, 52, in questo bilancio parziale si contano ad Aleppo.

Secondo gli attivisti, dieci persone, tra le quali sette bambini, sono rimaste uccise nella distruzione della loro casa provocata dai bombardamenti governativi nel quartiere di Marjeh ad Aleppo.

Il Centro per la documentazione delle violazioni (Vdc), che diffonde solo il numero delle vittime identificate, parla di 38 morti in tutto il Paese, 16 ad Aleppo, e conferma la morte di cinque bambini nella casa di Marjeh. Bombardamenti intensi, aggiunge il Vdc, sono avvenuti anche sui quartieri di Hanano e Hidariyeh, mentre una fonte locale ha riferito all'Ansa che bombe sono piovute anche sul quartiere di Nairab.

ll corrispondente della Cnn ad Aleppo conferma il bombardamento aereo sulla città e documenta in un video la strage di bambini: 9 di loro, tra i 4 e gli 11 anni, sono morti quando le bombe hanno distrutto una abitazione nel quartiere al-Sharaa. I comitati locali parlano di altri 7 bimbi uccisi nel quartiere di Marjeh. «In una casa molte persone sono rimaste uccise», dice Nick Paton Walsh, mentre mostra il cratere prodotto dalle bombe nell'edificio, nel quartiere al-Shaar di Aleppo. Lo scavo per trovare superstiti è «furioso», poi iniziano ad essere estratti dei cadaveri, il primo è quello di una bimba. Poi viene estratto il cadavere del papà, a seguire gli altri: 11 in tutto, «nove bambini», dice Walsh. «Avevano tra i 4 e gli 11 anni, si chiamavano Omar, Mohamed, Fatma...», ma uno dei familiari che scandisce i nomi si interrompe tra le lacrime. È troppo provato per dire gli altri.

I ribelli: abbattuto un caccia militare
Intanto, nelle ultime ore i ribelli siriani hanno riferito di aver abbattuto un caccia militare governativo nel nord-est del Paese e pubblicano un video amatoriale in cui si mostra chiaramente la coda del velivolo e il corpo senza vita del pilota a terra ancora avvolto nel paracadute

L'aereo è caduto secondo quanto affermano i ribelli nella regione di Idlib, nei pressi dell'aeroporto di Abu Dhuhur a sud di Aleppo.
Gli attivisti affermano che i ribelli hanno abbattuto ieri anche un altro MiG e un elicottero nella regione di Hama, ma non vi sono finora prove visive che documentino queste azioni.
Il 13 agosto scorso i ribelli hanno abbattuto il primo caccia militare governativo nella regione orientale di Dayr az Zor. Altri velivoli sono stati danneggiati nell'attacco all'aeroporto di Abu Dhuhur, mentre a fine agosto è stato abbattuto un elicottero militare sui cieli di Damasco. Finora, i ribelli hanno usato mitragliatrici anti-aeree montate su pick-up catturate all'esercito governativo.

In Turchia si riunisce il comitato unificato dell'esercito libero
Circa 400 ufficiali disertori dell'esercito siriano, operativi in patria e nella vicina Turchia, si sono riuniti in una località della regione meridionale turca di Antiochia e hanno dato vita al "Comando unificato dell'Esercito libero (Esl)" per cercare di ricucire le divisioni sorte nei mesi scorsi tra chi combatte in Siria e chi afferma di comandare dall'estero.

Lo riferisce stamani il quotidiano panarabo saudita Asharq al Awsat che cita fonti proprie nell'Esl. Il giornale precisa che all'incontro, svoltosi con il beneplacito di Turchia, Francia e Stati Uniti, si sono divisi i ruoli tra gli ufficiali che combattono in territorio siriano e quelli che rimangono nel sud della Turchia.
Questi ultimi, affermano le fonti, si limiteranno a gestire la raccolta e l'invio in patria del sostegno logistico mentre i comandanti operativi in Siria eseguiranno le azioni sul campo per liberare il Paese di concerto con i loro colleghi all'estero.

Gli ufficiali hanno inoltre assicurato che non intendono assumere alcun ruolo politico nella Siria del dopo regime, ma che costituiranno una forza di sicurezza incaricata di evitare che il Paese sprofondi nel caos.
All'incontro di Antiochia hanno partecipato tra gli altri il portavoce del Comando dell'Esl in patria, il colonnello Qassem Saad ad Din, il colonnello Riad al Assaad comandante in esilio delle operazioni militari dell'Esl, il generale di brigata Mustafa Shaykh comandante del consiglio militare dell'Esl e il generale maggiore Adnan Sellu del comando congiunto della rivolta siriana.

Mursi: Assad dovrebbe lasciare
Anche l'Egitto chiede che Assad si dimetta. Il regime del presidente siriano Bashar al-Assad dovrebbe «imparare dalla storia recente» della Primavera araba e «dimettersi». A chiederlo è il presidente egiziano Mohammed Mursi durante il suo discorso di apertura del Consiglio dei ministri degli Esteri della Lega Araba in corso al Cairo.
La «storia recente» a cui fa riferimento il leader egiziano è quella delle rivolte popolari che hanno portato al rovesciamento del regime di Hosni Mubarak, di quello egiziano guidato da Ben Ali, alla caduta e uccisione del colonnello libico Muammar Gheddafi e alla deposizione del regime yemenita di Ali Abdullah Saleh.

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