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Questo articolo è stato pubblicato il 05 settembre 2012 alle ore 12:58.

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La leader separatista Pauline Marois mentre viene allontanata dalle sue guardie del corpo (LaPresse)La leader separatista Pauline Marois mentre viene allontanata dalle sue guardie del corpo (LaPresse)

Un attentato insanguina la vittoria del partito separatista alle elezioni in Quebec, provincia francofona del Canada. Un uomo apre il fuoco in un teatro di Montreal durante il discorso di Pauline Marois, leader del Parti quebecois che ottiene una risicata vittoria sui liberali, riporta i separatisti al potere dopo nove anni, è la prima donna alla guida del governo del Quebec. La leader è rimasta illesa ma un uomo di 45 anni è morto e un altro è stato gravemente ferito. Una storia simile a quanto successo a Gabrielle Giffords, deputata democratica ferita alla testa durante un comizio l'8 gennaio 2011, strage di un folle in cui sono morte altre sei persone a Tucson in Arizona.

L'attentato ha eclissato il risultato del voto. Al momento dell'arresto, l'aggressore ha lanciato un messaggio, in francese ma con un forte accento inglese: «Gli inglesi si stanno risvegliando». Se fosse confermata la pista politica, l'attentato potrebbe infiammare la tensione tra le due comunità, in un Paese, il Canada, che praticamente non conosce la violenza politica. Gesto che potrebbe essere motivato dalla paura, diffusa nella minoranza anglofona della provincia francofona, di una futura scissione del Quebec dal Canada.

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