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Questo articolo è stato pubblicato il 06 settembre 2012 alle ore 10:23.

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(Imagoeconomica)(Imagoeconomica)

La riunione di ieri sera a Palazzo Grazioli in realtà è stata più un'autoconvocazione che un invito di Silvio Berlusconi al suo stato maggiore. I suoi non sopportano più il limbo politico in cui sono finiti, praticamente sono usciti dal dibattito politico relegati a commentare solo le divisioni del Pd. Certo, anche questa può essere una strategia – lasciare che i giornali parlino dello scontro Renzi contro tutti – ma i politici pidiellini di lungo corso sanno che la campagna elettorale sta per entrare nel vivo.

E che il Pdl è a secco di tutto: leadership in sospeso, partito con un nome precario, coalizione inesistente, slogan. E ieri tutto questo non poteva essere messo in fila. Tantomeno un accordo sulla legge elettorale visto che le convenienze non sono ancora chiare. L'assenza di uno schema politico del Cavaliere lascia tutto in sospeso. Proprio come si erano lasciati con un grande annuncio in sospeso: quello del ritorno in campo di Silvio Berlusconi.

In realtà tutto è rimasto in stand by, il Cavaliere non si è esposto, non ha fatto passi avanti nè indietro. «Adesso è il momento di accelerare», è stato quello che gli hanno chiesto i colonnelli nella riunione di ieri sera. Sulla legge elettorale innanzitutto dove si gira ancora intorno al tema se il premio di maggioranza debba andare alla coalizione o al partito e poi sul dilemma tra preferenze e collegi. Berlusconi ha aperto a un accordo ma il momento non è quello opportuno visto che alle urne non si andrà prima dell'inizio di marzo.

Il più esplicito al vertice di ieri sera è stato Maurizio Gasparri: «Abbiamo bisogno di mettere già in campo delle idee: c'è il malessere degli avvocati, dei medici di famiglia, dei commercianti: non possiano smettere di fare politica». Ecco il punto. Il Pdl ha smesso di fare politica. Ma, a quanto pare Berlusconi no, visto che i suoi più vicini raccontano di un Cavaliere tentato da un grande rassemblement con tutte quelle liste pro-Monti che stanno o vorrebbero nascere. Insomma, si racconta di una sua tentazione di essere lui a lanciare una nuova coalizione che promuova il Monti-bis.

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