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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2012 alle ore 08:52.

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Andrew Cuomo (Ap)Andrew Cuomo (Ap)

Charlotte - Tra i grandi assenti alla Convention democratica c'è stato uno dei più popolari governatori del partito, quello dello stato di New York Andrew Cuomo. Ma la sua è stata un'assenza dagli eventi ufficiali, dal palco della Bank of America Arena. Non dalle grandi manovre sul futuro del partito, che cominciano già all'indomani della conclusione della Convention: Cuomo, che Barack Obama vinca o perda, potrebbe diventare un formidabile candidato alle presidenziali del 2016. Un candidato di origini italo-americane capace di sfidare anche Hillary Clinton, qualora volesse nuovamente tentare la strada della nomination per la Casa Bianca.

Cuomo è volato ieri in giornata da New York a Charlotte, ripartendo subito dopo il discorso di Obama. I suoi appuntamenti - o mancati appuntamenti - hanno però fatto parlare di se'. Non ha effettuato alcun incontro di raccolta fondi per i democratici, ma ha organizzato una colazione con la delegazione newyorchese che si è trasformata nell'occasione per un suo intenso comizio in tutto e per tutto da Convention, solo effettuato ai margini degli eventi principali davanti a 400 delegati e ospiti di un tendone a 15 chilometri dal centro cittadino.

Cuomo, figlio d'arte di un altro governatore di New York e frustrato aspirante presidenziale, Mario Cuomo, è parso delineare i contorni e le ragioni di una sua eventuale candidatura: si è presentato con forza come un innovativo leader del partito, capace di governare affrontando tutti i temi scottanti, dalle tasse all'istruzione e al matrimonio gay. La coreografia non è mancata, quasi una prova generale per prossimi passi a livello nazionale: pallonicini attorno al palco e colonna sonora al suo ingresso sulle note di «Work for the Working man», lavorare per i lavoratori, di Bon Jovi. Tra gli slogan di maggior effetto: «Il successo più dolce e' il successo condiviso». Cuomo si è poi eclissato senza rispondere a domande.

Se tutto questo di tradurrà davvero in future corse presidenziali è troppo presto per saperlo. Al momento ha solo alimentato le voci sulle sue aspirazioni. Altri nomi "chiacchierati" alla Convention in vista della scelta di un volto nuovo per il 2016 vanno da Elizabeth Warren, candidato al Senato in Massachusetts, al senatore della Virginia Mark Warner, a diversi governatori: Martin O'Malley del Maryland, Deval Patrick del Massachusetts, Tim Kaine, ex governatore della Virginia, Christine O. Gregoire di Washington, John Hickenlooper del Colorado, Jay Nixon del Missouri. Finora sindaci di spicco, Cory Booker di Newark, Rahm Emanuel di Chicago e R.T. Rybak di Minneapolis.

Il 55enne Cuomo, però, ha già dalla sua un lungo pedigree e una lunga frequentazione della politica democratica: è stato ministro dell'Edilizia e dello Sviluppo Urbano dal 1997 al 2001 sotto Bill Clinton. Durante i suoi anni da ministro è stato criticato per lo stile brusco e per aver ampliato l'esposizione a mutui discutibili di enti immobiliari para-statali. In seguito, dopo una pausa dalla vita politica attiva, è stato tuttavia eletto dal 2007 al 2010 procuratore generale dello stato di New York e poi governatore, a partire dal 2011. Negli ultimi due anni si è distinto per aver ottenuto risultati non facili: accordi sindacali che hanno fermato aumenti salariali per i dipendenti pubblici e riforme del sistema fiscale locale. E' stato sposato con una delle eredi dalla più celebre dinastia del partito, Kerry Kennedy, figlia di Robert F. Kennedy.

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