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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2012 alle ore 08:15.

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Via il nome di Casini dal simbolo del partito (ma resta lo scudo crociato), sostituito dalla parola «Italia». La festa dell'Udc si è aperta ieri a Chianciano con questa decisione. Presa dall'ufficio politico e formalizzata dal segretario Lorenzo Cesa a inizio lavori. Un atto simbolico, espressione della volontà di aprire una nuova stagione. E di puntare a un centro allargato, superando i personalismi. Con un obiettivo in vista del voto: mettere in campo una «lista per l'Italia». Aperta a partiti centristi come Fli (oggi è atteso l'intervento a Chianciano del presidente della Camera Gianfranco Fini), ma anche al think thank Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo. Con i contributi di associazionismo, terzo settore, società civile. Anche a costo di vincere le resistenze di qualche dirigente locale, riottoso a dare troppo spazio a chi non ha lavorato finora sul territorio per il partito. «L'Udc - ha avvisato però Cesa - è un seme, indispensabile per far nascere qualcosa di più grande». Senza rinunciare a identità e ruolo perché «non pretendiamo di essere attori solitari, ma sappiamo bene che senza di noi ogni sforzo è destinato a fallire».
Nessuno scioglimento insomma. Ma l'ambizione di proporsi come un pilastro della casa dei moderati, il cui collante resta l'agenda Monti e la disponibilità a proseguire nel lavoro che sta portando avanti il Professore, magari sempre con lui a palazzo Chigi. La linea resta alternativa a Berlusconi da un lato e all'asse Pd-Sel dall'altro. Perché, dice Cesa, la destra è «una foresta pietrificata» e Berlusconi «correrà al massimo per pareggiare: una prospettiva che non ci interessa». Mentre Bersani «si prepara a formare la sua coalizione con Vendola e noi con Vendola non vogliamo avere a che fare».
Per capire meglio la fisionomia del nuovo rassemblement molto dipenderà dalla nuova legge elettorale, con la definizione della soglia di sbarramento per entrare in Parlamento. E con il ripristino o meno delle preferenze, che ieri Casini (le cui conclusioni sono fissate per domani) è tornato a invocare «per riavvicinare i cittadini ai partiti». Nella nuova lista per l'Italia potrebbero convergere alcuni ministri dell'esecutivo Monti. Non è un mistero che l'Udc spera negli arrivi di Passera (atteso oggi), Ornaghi, Riccardi (che ieri ha riconosciuto all'Udc di essere «un soggetto importante di quello che può divenire buona politica»), tutti ospiti a Chianciano. Difficile ipotizzare l'annuncio di candidature prima della fine della legislatura.
La strategia dell'attenzione lanciata dall'Udc punta a dare ampio spazio al mondo dell'associazionismo e del mondo produttivo. Non a caso tra gli invitati ci sono anche tutti i presidenti delle associazioni professionali di area cattolica, dalla Confcooperative alla Coldiretti, dalle Acli al Forum delle associazioni di ispirazione cattolica, insieme a Confagricoltura e Confartigianato. Oltre all'ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e al segretario della Cisl Raffaele Bonanni. Un'area vasta ed eterogenea, che sembra però convinta della necessità di una nuova offerta politica. «Perché – come spiega Bonanni – c'è uno sbandamento che può essere arginato solo aprendo le porte alla società civile».
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L'AGENDA

I lavori di oggi
Tra gli interventi in programma in mattinata oggi quello della presidente della Luiss Emma Marcegaglia e del ministro delle Politiche agricole Mario Catania. Nel pomeriggio prenderanno la parola i ministri Filippo Patroni Griffi (Pa) Corrado Clini (Ambiente) e Corrado Passera (Sviluppo economico). A chiudere un'intervista al presidente della Camera Gianfranco Fini
Le conclusioni domani
Dopo l'intervento di Ferdinando Adornato, coordinatore della Costituente di Centro, sarà il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini a tirare le conclusioni della festa del partito. Sarà l'occasione per un primo giro d'orizzonte sui contenuti del suo futuro programma (Casini potrebbe tra l'altro, insistere sulla necessità di introdurre agevolazioni per le famiglie)

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