Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2012 alle ore 13:48.

My24
(Afp)(Afp)

Continuano a moltiplicarsi gli impieghi per scopi non strettamente militari dei velivoli teleguidati (UAS - Unmanned Aerial Systems), i cosiddetti droni resi famosi in tutto il mondo dalle incursioni condotte dai mezzi statunitensi contro talebani ed esponenti di al-Qaeda in Afghanistan, Iraq, Pakistan, Yemen e Somalia.

Il Brasile impiega da anni droni israeliani in servizio sia con le forze armate che con la polizia federale e ha annunciato che dispiegherà questi mezzi, piccoli mini-droni ma probabilmente anche i 15 grandi IAI Heron in servizio, per sorvegliare le favelas di Rio de Janeiro e per seguire le tracce delle bande armate di narcos che si nascondono sulle colline della città. L'iniziativa ha anche un valore mediatico poiché rientra nelle misure di sicurezza assunte in vista dei campionati mondiali di calcio del 2014 che il Brasile ospiterà.

Non è però la prima volta che lo Stato sudamericano affronta le bande delle favelas impiegando forze militari che in passato proprio a Rio occuparono per alcuni mesi l'area del Complexo do Alemao, una delle favelas più violente. Secondo il quotidiano Folha de Sao Paulo nelle operazioni di sicurezza verranno impiegati anche droni più piccoli già adottati dalle forze speciali della polizia e sviluppati dall'industria locale.

Droni e mini-droni consentono di mantenere la vigilanza su ampie aree abitate controllando i movimenti anche di singoli individui o veicoli risparmiando agenti che entreranno in campo solo per effettuare operazioni dirette pianificate grazie alle informazioni fornite dai velivoli senza pilota. Le bande di narcos, solitamente ben armate, potrebbero rendere la vita dura ai mini drones che volano a pochi metri dal suolo. «Pensiamo che questi aerei saranno utili a salvare alcune vite umane, anche se non escludiamo che alcuni dei droni potrebbero essere abbattuti'», ha dichiarato l'ingegnere Montenegro Magalhaes, uno dei responsabili dell'Istituto militare di ingegneria che ha realizzato alcuni piccoli droni.

Se il Brasile ostenta l'impiego dei droni confermandosi un Paese all'avanguardia nella tecnologia della sicurezza, meno entusiasmo a parlare di questi velivoli lo ha dimostrato il presidente degli Stati Uniti. Barack Obama sembra voler sottrarre ai riflettori i l'utilizzo dei droni, criticato duramente per la morte di molti civili o forse per non fornire ulteriori armi ai repubblicani che accusano il presidente di aver rivelato ai media segreti militari per mostrarsi un comandante in capo determinato e acquisire consensi. In un'intervista a una televisione dell'Ohio il presidente non ha voluto rispondere alle domande sull'impiego bellico dei velivoli teleguidati contro i jihadisti e i terroristi di al-Qaeda.

Benché in piena campagna elettorale, Obama si è rifiutato di parlare dei programmi militari che coinvolgono i droni citando motivi di sicurezza nazionale, ma i raids aerei dei Reaper e Predator dell'aeronautica e della Cia non mettono in imbarazzo solo Obama ma a quanto pare anche la Apple, che per la terza volta ha respinto l'applicazione Drones Plus che consente di seguire su iPad e iPhone gli attacchi dei droni americani con mappe e informazioni sulle vittime. L'applicazione è stata sviluppata da Josh Begley, il quale, a Wired, ha affermato che l'applicazione non rivela notizie segrete ma aggrega le news diffuse dai media. Il portavoce della Apple, Tom Neumayr, ha parlato di «contenuto discutibile».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi