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Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2012 alle ore 13:45.

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Spunta la pista della cocaina dietro il duplice omicidio che ieri sera ha trasformato il centro di Milano in uno scenario da Far West. Gli agenti della squadra mobile hanno sequestrato 47 grammi di cocaina nell'abitazione di via Mecenate a Milano, dove abitavano Massimiliano Spelta e Carolina Ortiz Paiano, assassinati ieri sera nel corso di un agguato nella centralissima via Ludovico Muratori. La droga era in un cassetto della camera da letto della coppia, in un appartamento arredato, come è stato spiegato, con gusto e che si trova in un edificio di archeologia industriale. Spelta, 43 anni, e Ia sua compagna, 21, vivevano lì con la loro figlioletta nata nel 2011.
Da quanto è stato riferito, la casa della coppia, sul cui passato si sta scavando, dimostra che i due potevano permettersi un certo tenore di vita, compresi molti viaggi a Santo Domingo, dove risiede la famiglia della donna.

Le ipotesi degli inquirenti
La scoperta della cocaina nell'abitazione dei due apre un'altra ipotesi di indagine e cioè che l'esecuzione dell' imprenditore e della sua compagna, la prima a essere colpita dai due killer, possa anche essere legata al mondo della droga. Ipotesi che si aggiunge alle altre al vaglio degli inquirenti, tra cui quella collegata alla questione della liquidazione dell'azienda farmaceutica di Spelta. Il pm Elio Ramondini, titolare delle indagini ha disposto l'autopsia delle vittime, che si terrà in tempi rapidi.

Due proiettili sparati contro la ragazza
L'arma che ha ucciso la coppia sarebbe un revolver. Secondo le prime ricostruzioni degli investigatori, la prima a cadere sotto il fuoco dei killer sarebbe stata la donna, raggiunta da due colpi (alla schiena e alla testa). Poi sarebbe toccato a Spelta, con cui si era sposata nel 2011 a Santo Domingo. L'uomo, che secondo i testimoni è scappato in direzione di Porta Romana appena ha visto l'assassino, dovrebbe aver riportato cinque ferite. Poichè i revolver hanno al massimo 6 colpi, è possibile che qualche proiettile abbia centrato un punto del corpo, sia uscito e infine sia penetrato in un altro.
Da questa prima dinamica emergerebbe l'idea che gli obiettivi dei killer fossero entrambe le vittime e non solo Spelta, che fino all'anno scorso era socio - con diversi familiari - di un'azienda di integratori alimentari poi fallita e ceduta.

I nodi da chiarire
Nessuno dei familiari ascoltati dagli investigatori della Squadra mobile sembra essere riuscita a fornire indicazioni precise su che cosa facesse dall'inizio dell'anno il 43enne originario di Quistello (Mantova) e residente in via Mecenate 84, alla periferia di Milano. Non è chiaro nemmeno che cosa facesse ieri sera la coppia in via Muratori, dov'è stata ritrovata regolarmente parcheggiata la loro Bmw verde petrolio.

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