Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2012 alle ore 09:15.

My24

NEW YORK – Barack Obama, archiviate le Convention democratica e repubblicana, è passato in vantaggio sul rivale Mitt Romney ai blocchi di partenza dello sprint finale della campagna elettorale.

Il presidente ha messo a segno una sequenza di colpi incoraggianti per le sue prospettive alle urne: Cnn gli dà un vantaggio di sei punti - 52% a 46% - mentre solo due settimane or sono i due contendenti erano appaiati. Altri sondaggi non sono da meno: le medie nazionali eleborate da Gallup e Rasmussen lo vedono in testa con cinque punti di vantaggio, 50% a 45% o 49% a 44 per cento. Il presidente può inoltre tornare a tirare un sospiro di sollievo sul "voto" dei finanziatori: in agosto la sua raccolta fondi é riuscita a superare quella di Romney, con 114 milioni contro i 111,6 milioni dell'avversario, per la prima volta da aprile.

Sondaggi e raccolta fondi sono, però, tutt'altro che segnali definitivi. Il giudizio diffuso tra gli stessi commentatori conservatori é che la Convention democratica abbia battuto la kermesse repubblicana come efficacia, ma la capacità di trasformare il cosiddetto "bounce", il rimbalzo nei consensi post-Convention, in un distacco consolidato rimane da dimostrare. Le difficoltà dell'economia e dell'occupazione tengono in allarme i democratici. E l'immagine e l'intervento di Obama dal palco sono rimasti lontani dal carisma e dai sogni di trasformazione del Paese di quattro anni or sono.

La stessa partita dei finanziamenti è tutt'altro che chiusa: la campagna di Obama ha rivendicato oltre 1,1 milioni di contributi contro gli oltre 800mila di Romney, ma i repubblicani hanno comunque in cassaforte 168,5 milioni. E continuano a mantenere un proibitivo vantaggio quando si tratta dei SuperPac, i comitati che fiancheggiano le campagne senza esservi formalmente collegati. I tesori ammassati da queste associazioni valgono centinaia di milioni di dollari e trasformeranno la battaglia per la Casa Bianca in un'operazione da forse 2,5 miliardi di dollari.

Dai sondaggi, tuttavia, affiorano elementi particolarmente positivi per Obama e preoccupanti per Romney: un numero crescente di "poll" concorda, con anche la più recente Ipsos/Reuters che dà quattro punti di vantaggio a Obama. Tutti i sondaggi davano in precedenza o una corsa alla pari o semmai un leggero vantaggio di Romney, di uno e o due punti. Obama appare inoltre in progressione dove più conta: in alcuni dei dodici stati incerti considerati cruciali per l'esito delle urne a novembre. In Ohio, stando a Public Policy Polling, vanta oggi percentuali simili a quelle nazionali, 50% a 45%, il massimo da maggio.

Ed effettua un mini-sorpasso anche in North Carolina, dove i democratici hanno tenuto a Charlotte la loro Convention, 49% a 48 per cento. In New Mexico, altro stato conteso, Obama si impone 45% a 40% nei calcoli del giornale locale Albuquerque Journal. Abbastanza da spingere il sito Huffington Post a stimare che al momento Obama abbia in tasca 247 volti elettorali – per vincere ne servono almeno 270 - contro i 191 di Romney.

Simili distacchi, se incoraggianti per Obama, non sono però affatto sufficienti a far immaginare facili vittorie neppure agli strateghi democratici. La feroce battaglia sul voto anticipato ne é una prova. Numerosi stati, una trentina su 50, consentono agli elettori di votare, in alcuni casi già a partire da settembre, per le elezioni di novembre. Tanto che se nel 2008 la percentuale di questi "early ballot" era stata pari al 31%, quest'anno potrebbe essere superiore e far segnare nuovi record. In stati considerati contesi questa percentuale era già del 47% nel 2008, con punte in Florida del 60%, in Nevada del 67% e in Colorado dell'80 per cento. Le elezioni potrebbero essere quindi decise prima ancora del giorno ufficiale dell'apertura delle urne il 6 novembre. Per questo i due partiti si stanno scontrando in tribunale a colpi di ricorsi sulle regole e l'accesso al voto anticipato: una dozzina di sentenze hanno permesso finora a entrambi i campi di cantare vittoria, a volte rendendo più flessibile il voto (la campagna dei democratici) e a volte al contrario limitandolo (i repubblicani chiedono documenti d'identità e maggiori controlli sugli iscritti agli elenchi dei votanti).

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi