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Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2012 alle ore 14:07.

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Ridateci la Monna Lisa! Ma per la stampa inglese il Louvre snobba una petizione italiana, come fa il British Museum con le richieste del governo greco nel litigio sul Partenone (Archivio Alinari)Ridateci la Monna Lisa! Ma per la stampa inglese il Louvre snobba una petizione italiana, come fa il British Museum con le richieste del governo greco nel litigio sul Partenone (Archivio Alinari)

I patrioti italiani hanno raccolto più di 150mila firme e hanno chiesto alla Francia di restituire agli Uffizi di Firenze il dipinto più famoso del mondo, la Monna Lisa. "Saranno loro i legittimi proprietari?" si domanda il Daily Mail, che segue appassionatamente tutte le vicissitudini del capolavoro di Leonardo Da Vinci. Il museo del Louvre, dove la Gioconda è esposta, "ha già snobbato la richiesta" e "la rivendicazione potrebbe non essere così inequivocabile", fa notare il tabloid britannico.

La campagna italiana per il ritorno della Monna Lisa attira l'attenzione del Daily Mail ("Ridateci la Monna Lisa") e dell'Independent ("Rivogliamo indietro il nostro capolavoro"), che, memori delle rivendicazioni fatte dalla Grecia al British Museum per le sculture del Partenone, segnalano ai loro lettori la petizione avanzata in Italia dal Comitato nazionale per la valorizzazione dei beni storici, culturali e ambientali. Il presidente del Comitato, Silvano Vinceti, ha presentato una richiesta formale alla ministra della Cultura francese Aurélie Filippetti. Il capolavoro fu brevemente esposto agli Uffizi all'inizio del ‘900, quando fu ritrovato a Firenze dopo il "furto del secolo" operato da un patriota italiano.
Vinceti è già noto alla stampa inglese, che ha soprannominato lo studioso "il detective dell'arte numero uno" per le sue ricerche sui resti di Caravaggio e della stessa Lisa Gherardini, la moglie del mercante fiorentino Francesco del Giocondo ritratta da Leonardo.

L'Independent sottolinea la determinazione di Vinceti nella campagna per la restituzione della Gioconda: "Sono convinto che, grazie alle sue origini italiane, il ministro francese non solo risponderà positivamente alle nostre richieste, ma ne comprenderà le motivazioni", riferisce il quotidiano, aggiungendo che Vinceti è deciso a trasformare la Monna Lisa nell'equivalente dei cosiddetti "Elgin Marbles", i marmi del Partenone trasportati in Gran Bretagna all'inizio dell'800 da Lord Elgin, ambasciatore britannico presso l'impero ottomano, che agì con il permesso delle autorità ottomane. Secondo Vinceti, la restituzione del dipinto sarebbe "di alto valore storico, sia simbolico che morale". Il Comitato, insieme alla Provincia di Firenze, spera di sostenere le sue rivendicazioni in un incontro con la ministra francese, aggiunge l'Independent.

La travagliata storia del capolavoro spiega perché ci possono essere dubbi sulle pretese di Firenze sul capolavoro del Rinascimento. Si ritiene che Leonardo abbia iniziato a dipingere l'enigmatico ritratto di Lisa del Giocondo a Firenze nel 1503, ricordano Daily Mail e Independent. Ma gli storici dell'arte pensano che abbia portato con sé il dipinto quando si trasferì in Francia nel 1516. La famiglia reale di Francia lo acquisì e, dopo un periodo a Versailles, in seguito alla Rivoluzione francese approdò al Louvre. Fu rubato nel 1911 e ritrovato due anni dopo a Firenze, a casa di un patriota italiano, che aveva lavorato come imbianchino al Louvre, Vincenzo Peruggia, convinto che la Monna Lisa appartenesse alla città considerata luogo di nascita del Rinascimento. Il dipinto fu brevemente esposto agli Uffizi di Firenze e poi a Roma, prima di essere restituito al Louvre quello stesso anno.

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