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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2012 alle ore 06:37.

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Si amplia il raggio d'azione del nuovo decreto sviluppo. L'ultima bozza, di oltre 80 articoli, contiene le misure su agenda digitale, start up, attrazione investimenti esteri, semplificazioni per le imprese, assicurazioni. Il provvedimento è ancora in via di perfezionamento, anche perché va sciolto il nodo delle coperture (ieri sera si è svolta una prima riunione al Tesoro). Sembra più probabile l'approdo al Consiglio dei ministri della prossima settimana, anche se resta qualche possibilità di un'accelerazione per venerdì 14.

La principale novità, al vaglio del Tesoro, è il credito di imposta per le nuove infrastrutture. Una misura, alternativa all'Iva zero proposta ad agosto, che punterebbe a sostenere entro il limite del 50% le nuove opere di importo superiore ai 500 milioni, mediante l'utilizzazione dei contratti di partenariato pubblico-privato, per le quali è acclarata la non sostenibilità del piano economico finanziario. Il bonus, a valere sull'Ires e sull'Irap generate in relazione alla costruzione e gestione dell'opera, verrebbe riconosciuto al titolare del contratto di partenariato pubblico privato «nella misura necessaria al raggiungimento dell'equilibrio del piano economico finanziario e comunque entro il limite massimo del 50% del costo dell'investimento».

Spunta anche un capitolo sulle assicurazioni. Stop alle clausole di tacito rinnovo per le polizze Rc auto e imbarcazioni da diporto che potranno durare al massimo un anno. Le clausole previste nei contratti stipulati prima dell'entrata in vigore del decreto decadranno automaticamente dal 1° gennaio 2014. L'Isvap dovrà inoltre definire il modello standard del contratto base Rc auto per tutte le compagnie, da offrire obbligatoriamente anche via internet. Si torna poi sul tema degli agenti monomandatari, che potranno adottare forme di collaborazione reciproca nello svolgimento della propria attività. Ogni clausola fra mandatario e compagnia che contrasta con questa possibilità diventa automaticamente nulla. Passa da due a dieci anni la prescrizione delle polizze vita "dormienti"; in arrivo, infine, nuove misure di contrasto alle frodi.

Particolarmente ricco il capitolo sulle start up che al momento consiste in 20 articoli e richiede coperture su cui il Tesoro deve ancora esprimersi. Nasce la start up innovativa con costituzione semplificata e online, che potrà accedere agli interventi del Fondo italiano di investimento. Lo Stato può sottoscrivere quote di società di gestione del risparmio finalizzate a gestire fondi comuni di investimento per il rafforzamento patrimoniale delle nuove imprese. Si pensa a quote di 500mila euro l'anno per tre anni, nell'ambito di una dotazione complessiva di 50 milioni. Il pacchetto fiscale prevede esenzione totale del reddito di lavoro derivante dall'assegnazione da parte delle start up ai propri dipendenti di azioni e strumenti finanziari. Lo Sviluppo economico ha poi individuato nei canoni annui pagati dalle emittenti tv la copertura per l'estensione dell'Iva per cassa (il tetto di fatturato di 2 milioni passerebbe a 5 milioni per le start up). Viene incentivato l'investimento delle persone fisiche nel capitale sociale di nuove aziende: detrazione Irpef triennale del 19%, con investimento massimo detraibile fissato in 500mila euro e obbligo di mantenerlo per due anni. Inoltre, scatta l'esenzione Ires del 20% sulla somma investita (il tetto in questo caso è fissato a 1,8 milioni di euro). Arrivano portali online per la raccolta di capitali di rischio per le start up innovative e sono previste deroghe al diritto societario sugli obblighi di ricapitalizzazione. L'Ice dovrà attrarre potenziali investitori per le fasi di «early stage capital» e il Fondo di garanzia dovrebbe avere una sezione dedicata (con 50 milioni). Continua invece il confronto con il ministero del Lavoro sul «contratto tipico».

Nel decreto, che contiene il Desk Italia per l'attrazione degli investimenti esteri, entrano anche le semplificazioni. Spicca l'esclusione dagli obblighi del Codice della privacy per gli imprenditori e professionisti che agiscono come persone fisiche «nell'esercizio della propria attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale». Procedure semplificate, inoltre, in materia di sicurezza di lavoro nelle situazioni che prevedono presenza sul luogo di lavoro non superiore a 50 giorni l'anno.

Confermato il corposo blocco del decreto dedicato all'Agenda digitale. Tra le novità un pacchetto di misure per la giustizia telematica e una formula più soft per l'obbligo degli esercenti e dei professionisti di consentire pagamenti via bancomat. La misura entrerebbe in vigore il 1° gennaio 2014 e non più il 1° luglio 2013, soprattutto non è indicata alcuna soglia (la precedente bozza parlava di spese per almeno 50 euro): viene tutto rimandato a un decreto ministeriale, sentita la Banca d'Italia. Questo stesso provvedimento estenderà gli obblighi anche ai pagamenti via cellulare.

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