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Questo articolo è stato pubblicato il 13 settembre 2012 alle ore 15:54.

Rossana Podestà e Walter Bonatti (Olycom)Rossana Podestà e Walter Bonatti (Olycom)

Un anno fa - il 13 settembre - Walter Bonatti moriva a Roma all'età di 81 anni. Un uomo che era riuscito a superare le cime più difficili, le esplorazioni più audaci, nulla potè contro una malattia che lo aveva ghermito all'improvviso, come quelle slavine che cadono senza preavviso e non lasciano scampo ai rocciatori.

Purtroppo Bonatti mori da solo. Alla sua compagna, l'attrice Rossana Podestà, cui era legato da oltre 30 anni, non fu permesso di condividere gli ultimi momenti della sua vita. I due infatti non erano sposati, erano una coppia di fatto, e questo bastò ai medici di una clinica privata romana per non permettere alla compagna di Bonatti di stargli vicino in un frangente così drammatico.

«Uno dei dolori più grandi della mia vita», dice Rossana Podestà alla presentazione del suo libro, Una vita Libera edito da Rizzoli. «Il fatto di non potergli dare conforto, di tenergli la mano, è stato terribile. L'hanno fatto soffrire, senza dargli l'ossigeno. Una cosa intollerabile, che non potrò mai dimenticare e che credo sia possibile solo qui in Italia».
Parole amare, durissime, quelle della Podestà, che riaprono una ferita mai chiusa e che gettano sale su un tema - quello dei diritti delle coppie di fatto e del diritto a una morte dolce - che in Italia è rovente. «Sì, se ne parla, si fanno tanti dibattiti, ma poi tutto resta come prima. Un conto è discuterne, un altro trovarti in mezzo e sbatterci la faccia», conclude l'ex attrice.

Un triste congedo, quello di Bonatti. Ma fortunatamente, come ricorda Rossana, la vita di questo straordinario esploratore dei confini dell'uomo è stata tutt'altro che triste. Semmai il contrario: sempre sorprendente, sempre alla ricerca di nuove sfide che, ogni volta, alzavano la soglia dei nostri limiti, delle nostre paure, dei nostri luoghi comuni. Non solo grandissimo alpinista, ma anche esploratore e giornalista quando ritenne che, ormai, la sfida con le montagne era finita, che il mondo era più grande, e che si poteva conoscerlo non solo andando in alto ma anche attraversandolo nei suoi luoghi più sconosciuti e affascinanti.

«È stato il più bravo, neanche le tragedie lo hanno piegato», ricorda Reinhold Messner. «Troppo avanti rispetto agli altri. Ha fatto la prima del Capucin, il pilastro del Dru, con mezzi e attrezzature che sono ridicoli rispetto ad oggi. Suscitò molte invidie, E da queste invidie deriva la tragedia del K2 quando Compagnoni, Lacedelli e Desio negarono che Bonatti fosse stato decisivo per la riuscita dell'impresa. Ci sono voluti 50 anni perchè fosse riconosciuta la verità: cioè che è Bonatti il padre del successo del k2».

Polemiche, discussioni, rivalità. Eppure, dice Rossana, Walter è sempre stato un uomo cristallino, uno spirito libero e coerente. «Quando prendeva una decisione andava dritto, ti potevi fidare, sapevi dove andava e dove ti portava».

Eccoci al punto del libro della compagna di vita di Bonatti. Il potersi fidare, il condividere assieme passioni e nuove avventure. «In questo libro - racconta - ho preferito raccontare la nostra storia d'amore, 30 anni vissuti assieme pur provenendo da storie diversissime. Lui grande alpinista, io attrice. Due mondi quasi incompatibili che si sono incrociati quando Walter lesse su un giornale una mia intervista dove, a domanda su con chi avrei voluto andare su una isola deserta, risposi che l'avrei fatto volentieri con lui».

Sembra una favola, un romanzo di Liala. Invece Bonatti si fa vivo e le chiede un appuntamento. «Emozionata, accettai subito, ma lui sbagliò il luogo dell'appuntamento. Lo aspettai a Roma per più di due ore, fino a quando arrivò insieme a dei vigili che volevano multarlo per sosta vietata. Sarai un grande esploratore, gli dissi un po' scocciata, ma come uomo non sei molto affidabile...».

Da allora hanno fatto tutto assieme. Come quei film a lieto fine che non si girano più. «Sì, una storia bellissima, tanto che ancora adesso, quando parlo di lui, ne parlo al presente, come se fosse sempre qui con me. Per questo, nel libro, più che le sue grande imprese - ma ci sono anche quelle - ho voluto i nostri ricordi più belli, i nostri viaggi, il nostro entusiasmo comune per la vita».

Ci sono foto bellissime, viaggi nei deserti più lontani, nei posti più sconosciuti. «Con lui ho imparato ad arrampicarmi, a conoscere la natura, questo nostro mondo straordinario. Non è stato facile. Walter è un uomo pubblico, ma c'è anche una dimensione privata che volevo trasmettere. Per farlo, col cuore pieno di emozione, ho dovuto cercare nei suoi cassetti. Qui ho trovato foto bellissime, ricordi, oggetti, che lo hanno accompagnato. Una miniera di sorprese, tante scintille di vita».

Donna fuori dal comune, Rossana Podestà. Leggera, ironica, fresca come una ragazzina, nonostante i colpi della vita. Quando parla di Bonatti, e delle loro schemaglie sentimentali, non si può fare a meno di sorridere. E riduce anche le distanze dal Mito. «Walter è stato un uomo coerente, trasparente come pochi. Sulle donne, però, preferivo vigilare... tenere la corda stretta... con gli scalatori non si sa mai.... ».

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