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Questo articolo è stato pubblicato il 13 settembre 2012 alle ore 11:45.

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Roncade (Treviso) _ Ripartire da una politica industriale che sappia favorire la "proliferazione" delle aziende giovani, la contaminazione delle idee e il germogliare di finanziamenti piccoli e grandi per trasformare un sogno in un'impresa. Ecco qui "Restart, Italia!", il rapporto della task force sulle startup istituita dallo Sviluppo economico, fortemente voluto dal ministro Corrado Passera e coordinato da Alessandro Fusacchia.

Rapporto presentato a Roncade (Treviso), nell'incubatore tecnologico di H-Farm. E già perché negli ultimi dieci anni – si legge nel dossier – negli Stati Uniti le startup hanno creato tre milioni di posti di lavoro grazie al lancio di un programma ad hoc da parte del presidente Obama, mentre da noi, purtroppo, l'Agenda digitale è appena stata rinviata di nuovo. Ma cos'è una startup? La definizione codificata dal ministero è la seguente: "Un'azienda detenuta direttamente e almeno al 51% da persone fisiche che svolgono attività da non più di quattro anni, con un fatturato non superiore ai 5 milioni di euro, che non distribuisce utili, che sviluppa servizi ad alto valore aggiunto/tecnologico che si avvalgono di una contabilità trasparente che non prevede l'uso di una cassa contanti.

Ma quali sono le misure di sostegno previste? Si parla innanzitutto della iSrl (dove la "i" sta per innovazione), che non è un nuovo statuto giuridico ma un "pacchetto" che permette di avviare una Srl semplificata da aprire online, con uno statuto "zero", iscrivibile al registro delle imrpese senza carte da bollo e diritti di segreteria, per la quale l'imprenditore si possa avvalere dell'autocertificazione. Costo totale: 50 euro. Il rapporto del ministero prevede anche la possibilità di costituire Sgr semplificate per la gestione dei fondi di venture capital. E ancora: per le startup trasferire il pagamento delle imposte (Iva e Ires) al termine di ogni esercizio contabile, per cassa e non per competenza, con la possibilità di uno sgravio totale sui costi dei lavoratori assunti per quanto riguarda l'Irap. Ma quando la startup diventa matura? Per la taskforce del Governo serve istituire un fondo di fondi per il venture capital, sia ovviamente privati ma anche pubblici, con lo "zampino" magari della Cassa depositi e prestiti, del fondo rotativo gestito da Invitalia, dal fondo Htc-Sud. Poi, per incentivare le aziende a investire nelle startupper gli importi investiti direttamente, e fino a 2 milioni di euro all'anno, si ipotizza una fiscalità agevolata con deducibilità del 35%, che scende al 20% per gli importi di 5 milioni. La deducibilità sale invece al 50%, sempre per importi di 2 milioni di euro, quando un investitore decide di puntare su una giovane azienda a vocazione "sociale". Ma anche crowdfunding (finanziamenti "collettivi"), con tagli da 50mila euro e un detrazione fiscale del 75% degli investimenti. E infine le banche: uno dei capitoli più importanti del dossier è quello intitolato "Garantire il credito dato dalle banche alle startup". La proposta è quella di costituire una sezione speciale del fondo centrale di garanzia per le Pmi, dedicata "specificatamente alle operazioni di garanzia e controgaranzia per le startup".

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