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Questo articolo è stato pubblicato il 14 settembre 2012 alle ore 09:20.

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Nella foto una bandiera Usa viene data alle fiamme durante la manifestazione di ieri a Teheran contro il film americano anti-islamico che insulta il profeta Maometto (AFP Photo)Nella foto una bandiera Usa viene data alle fiamme durante la manifestazione di ieri a Teheran contro il film americano anti-islamico che insulta il profeta Maometto (AFP Photo)

Un Consiglio per il coordinamento dell'attività pubblica islamica si è appellato a tutti gli iraniani affinchè protestino in strada dopo la preghiera: «Gli iraniani daranno sfogo alla loro furia per gli elementi sionisti dietro l'atto blasfemo e porteranno al mondo il messaggio di pace, amicizia e fraternità del profeta Maometto». Ieri anticipando i sermoni del venerdì, la Guida suprema iraniana Ali Khamenei aveva indicato nel sionismo e nel governo degli Usa i principali responsabili della produzione del film anti-islamico che insulta il profeta Maometto.
A Teheran si prevedono dunque manifestazioni spontanee all'uscita della preghiera del venerdì che si celebra nella moschea dell'università nel centro della capitale, vicino a Piazza della Rivoluzione.
Ieri circa 500 studenti, ben controllati dalle forze dell'ordine, avevano manifestato contro il film nei pressi dell'ambasciata svizzera a Teheran, quella che rappresenta gli interessi statunitensi nella repubblica islamica.

Chiuso l'aeroporto di Bengasi
La notte scorsa, senza preavviso, per ragioni di sicurezza è stato sospeso il traffico aereo all'aeroporto di Bengasi. Lo hanno riferito fonti aeroportuarie.

Le mosse di Obama
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha espresso la sua preoccupazione per la sicurezza dei diplomatici e dell'ambasciata americana a San'a, nel corso di un colloquio telefonico con il presidente Abd Rabbo Mansour Hadi. Durante la conversazione, Obama ha ringraziato Hadi per aver rapidamente condannato l'attacco al complesso diplomatico statunitense nella capitale yemenita, in un momento in cui diversi Paesi musulmani sono teatro di gravi violenze.

L'India chiede a Google di oscurare il trailer del film
Il governo indiano ha chiesto al motore di ricerca Google di oscurare 11 siti internet dove è possibile vedere il video anti Islam che ha provocato le proteste anti americane.
La richiesta è stata inoltrata dal governo dello stato himalayano di Jammu e Kashmir, a maggioranza musulmana. Un tribunale del posto ha ordinato di chiudere l'accesso ai link del film amatoriale. In Pakistan e in Aghanistan i siti sono già stati bloccati.

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