Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 17 settembre 2012 alle ore 20:30.
L'ultima modifica è del 17 settembre 2012 alle ore 15:59.

My24

«Sono qui per dire basta - ha detto la governatrice - Nel tentativo di spalare fango ci siamo mostrati ancora più inadeguati di quanto le persone di tutto il paese pensano. Possiamo orientarci - ha detto Polverini - su una spending review che sia comprensibile per i cittadini». E ancora: «I tumori che stanno qui dentro vanno estirpati oggi come sono stati estirpati i tumori dalla mia gola....». Un intervento appassionato, quindi, ma anche drammatico, nel quale la governatrice del Lazio si è detta «disgustata» e si è augurata che se verranno dimostrate le colpe «arrivino al più presto anche le condanne».

Polverini ha messo il Consiglio davanti a un aut aut: o si opererà subito un taglio drastico sui costi della politica e soprattutto sui fondi destinati ai gruppi o saranno dimissioni ed elezioni anticipate. Alla conclusione del discorso è iniziato il dibattito in aula. Mentre i consiglieri de La Destra, Storace e Buonasorte, dando pieno appoggio alle dichiarazioni della presidente Polverini, hanno annunciato le dimissioni dalle commissioni di competenza.

«Ho concordato con il presidente dell'assemblea - ha poi detto nel corso della replica la Polverini - di dare subito seguito a ciò che ho voluto porre in alternativa alle mie dimissioni. Domani convocherò la Giunta per bloccare il 30% del capitolo delle risorse al Consiglio: quei soldi non arriveranno più. Dopodomani il presidente convocherà l'ufficio di presidenza e la conferenza dei capigruppo, venerdì in Consiglio regionale ci sarà effettività su quello che ci siamo detti. Venerdì chi c'è e vuole votare questa spending review è ben atteso in questa assemblea, chi non c'è si chiama fuori da questa situazione».

La presidente della regione Lazio ha spiegato che «le mie proposte portano subito a 20 milioni di risparmio per il Consiglio regionale, senza prevedere la razionalizzazione del consiglio di presidenza, e 28 milioni per il prossimo anno. Senza contare l'ufficio di presidenza andiamo al di sotto della media delle regioni d'Italia. Venerdì o si riparte o non saremo più in grado di mostrare alcuna credibilità», ha concluso.

Quanto alle somme utilizzate indebitamente nella vicenda Fiorito «la Regione Lazio si costituirà parte civile. Credo che se quei soldi sono andati in una direzione nella quale non dovevano andare è giusto che ritornino alla Regione e se sarà necessario andremo avanti con un'azione per tutelare l'immagine di questa istituzione, che è stata messa a repentaglio».

Un'altra difficile partita è quella sulle cariche interne alla Pisana, che il presidente della Regione vorrebbe azzerare, compresa quella dell'attuale capogruppo del Pdl Francesco Battistoni, che ha preso il posto di Fiorito il 24 luglio.

Su Battistoni il pressing è forte, tanto che il consigliere viterbese vicino ad Antonio Tajani, dopo aver valutato per ore con i suoi tutte le possibilità, sarebbe pronto a cedere. Probabilmente non sarà oggi, e di certo non sarà in alcun modo sfiduciato dai "suoi" consiglieri, maggioranza nel gruppo, che lo vollero loro capo a fine luglio. A Battistoni potrebbe succedere Antonio Cicchetti, ex An come Fiorito, l'unico consigliere alla Pisana che non riveste alcun incarico. Intanto Fiorito si è già autosospeso venerdì dal partito e oggi il suo legale Carlo Taormina ha fatto sapere che vuole essere interrogato dai Pm romani.

Casini: Polverini ha il mio consenso, è stata coraggiosa
Il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, «ha tutto il mio consenso, è stata coraggiosa», ha commentato il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, durante il suo intervento alla presentazione del libro "L'onestà al potere", scritto da Roberto Gelmini e dedicato all'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, a Milano. La Polverini «ha capito che alle parole devono seguire i fatti» ha sottolineato Casini.

«Mi auguro che la legge sull'anticorruzione possa essere approvata nelle prossime settimane anche se non ci sarà nessuna legge che possiamo fare, anche la migliore che estirpa la corruzione», ha affermato Casini. «Guai a pensare che la corruzione si debelli con una legge speciale e guai pensare che per chi riveste un ruolo pubblico il titolo di merito sia l'onestà. Purtroppo i corrotti ci saranno sempre ma non dobbiamo abbassare la guardia e penso che se c'è una ragione vera di una occasione persa è stata il passaggio tra la prima e la seconda Repubblica quando - ha concluso Casini - ai partiti di allora non si sono alternati partiti nuovi».

Shopping24

Dai nostri archivi