Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, gemelli diversi. Dieci modi per leggere il vecchio e il nuovo che avanza
17 settembre 2012
8. Europa-America
Renzi - La parola Europa è al primo punto del suo programma di candidatura. «L'Europa è la più grande scommessa politica della storia», dice Renzi. La costruzione è ancora imperfetta e deve essere completata come avevano immaginato i padri fondatori: per superare la crisi ci vuole più Europa, non meno Europa. Con un percorso che vada dall'elezione diretta delle alte figure a una vera politica estera e di difesa comune, agli investimenti sul capitale umano. Si può approdare agli Stati Uniti d'Europa». Gli Usa, intanto, rimangono un modello per il sindaco di Firenze, volato di recente a Charlotte tra gli striscioni della convention democratica, a studiare e stringere amicizie con i baby sindaci americani.
Berlusconi - Non può cavalcare a pieno l'euroscetticismo e offrire contemporaneamente la sponda al governo Monti. Ma ha affermato che il Fiscal Compact (che lui stesso per conto dell'Italia aveva firmato) impedisce la crescita. E anche il fondo Salva Stati è sbagliato. L'Europa è in crisi perché «la Germania non consente che la Bce batta moneta». Non crede «sia una bestemmia» il ritorno alle monete nazionali nel caso «l'euro non abbia alle spalle una Bce che faccia la banca di garanzia ed emetta euro». In Europa, dalla Merkel in giù, dicono di non prenderlo sul serio, ma si riaffacciano i timori di un suo ritorno sulla scena. Mentre dall'altra parte dell'Oceano, quel presidente che Berlusconi definì «abbronzato» e con cui ha avuto scarso feeling si sta giocando la rielezione.
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