Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, gemelli diversi. Dieci modi per leggere il vecchio e il nuovo che avanza
17 settembre 2012
3. Si vedono così
Renzi - La visita per nulla segreta del 2010 ad Arcore gli ha attirato infinite critiche: intelligenza con il nemico, la più lieve. Renzi però l'ha detto, «con la franchezza e la libertà di chi non ama giri di parole. Silvio Berlusconi si è dimostrato uno straordinario uomo da campagna elettorale, riuscendo a vincere sfide che sembravano impossibili». Ma grazie a una sinistra che attaccandolo in modo sguaiato gli ha consegnato una parte del Paese. Antiberlusconismo? No, grazie. Però lungi dalle intese: «Berlusconi sa che se vinciamo noi, lui è il primo rottamato». Lui che è al governo ha fatto peggio di quanto avrebbe potuto il pulcino Pio.
Berlusconi - L'ex premier alla platea dei lettori del Giornale di Renzi ha detto: «Porta avanti le nostre idee sotto l'insegna del Pd». Poi ha aggiunto che «se Renzi vince le primarie, si verifica questo miracolo: il partito comunista italiano diventa finalmente un partito socialdemocratico». Per i renziani «uno sgambetto», che mira a spaccare il Pd e a sottolineare implicitamente che il sindaco di Firenze non rappresenterebbe gli elettori moderati e di centro i quali invece, nella logica (del non detto) dell'ex premier, dovrebbero affidarsi al Pdl. «Berlusconi sa che se vinciamo noi, lui è il primo rottamato», ha scritto replicando su Twitter Renzi. E poi: «Credo che Saragat si rigiri nella tomba, se io sono socialdemocratico. Berlusconi, invece, é il passato di questa Italia. Io mi impegno per il futuro» .
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