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Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2012 alle ore 10:02.

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Continua il pressing sindacale sui vertici Fiat dopo l'annunciato "ripensamento" del Lingotto sul piano "Fabbrica Italia". Il segretario generale, Cisl Raffaele Bonanni, in una intervista al Gr1 Rai, ha chiesto stamani all'ad Sergio Marchionne «di convocarci subito e di chiarire un solo aspetto: se il Piano Fabbrica Italia lo mantiene e lo utilizza quando riprende il mercato oppure, a prescindere da questo, lui non vuole più utilizzarlo». Intervistata dall'Unità, la leader della Cgil, Susanna Camusso guarda oltre: «Se, come tutto fa pensare, Fiat è orientata a ridimensionare la produzione, il governo deve interrogarsi su come attirare un altro produttore».

Bonanni (Cisl): «Marchionne ha il dovere di fare chiarezza»
Nel suo intervento, Bonanni ha richiamato l'esperienza positiva degli impianti produttivi di Pomigliano e Grugliasco «dove sono stati fatti gli accordi, e sono orgoglioso di averli fatti, il problema non esiste più, nel senso che la Fiat lì produce ancora e proprio grazie a quegli accordi». Marchionne - secondo il leader della Cisl - «ha il dovere di fare chiarimenti con chi si é preso ogni volta responsabilità pur di ottenere certezze per l'occupazione e per la difesa dei posti di lavoro. Ha il dovere di farlo per lealtà». Poi l'invito a Marchionne a non eludere la richiesta di incontro avanzata dell'Esecutivo: «farebbe bene a incontrarsi con i pubblici poteri, anche perché ci sono molti siti industriali della Fiat che hanno bisogno di una maggiore efficienza di servizi e soprattutto di infrastrutture».

Camusso (Cgil): produzione auto, no al "monopolio" Fiat
Per Camusso, «L'Italia ha sempre dato per scontato che le auto le produce la Fiat o nessuno, invece è da affermare il concetto che la produzione dei mezzi di trasporto nel Paese non può essere il risultato delle scelte di una singola azienda». Poi, un invito alle imprese a fare fronte comune con il sindacato per fare pressione sul Governo perché faccia di più per il lavoro: «Con le imprese possiamo incalzare insieme il governo. Si può fare un accordo con Confindustria per l'applicazione dell'intesa del 28 giugno, perché questa venga estesa anche alle altre associazioni d'impresa». Dal segretario Cgil, anche la ticetta per il rilancio del paese: «detassare le tredicesime, definire i finanziamenti per la cassa integrazione in deroga, specificare e chiarire il piano energetico e decidere di non liquidare pezzi importanti dell'apparato produttivo industriale».

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