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Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2012 alle ore 17:02.

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Per i bilanci dei gruppi parlamentari della Camera un controllo interno a Montecitorio. I rendiconti non passeranno dunque al vaglio di una società di certificazione esterna, come aveva proposto il presidente Gianfranco Fini. Lo prevede il nuovo Regolamento, che la Giunta esaminerà domani.
Immediata la replica del presidente della Camera: «alla luce degli interventi di oggi e della proposta dei questori - ha affermato in Aula - , la giunta per il Regolamento potrà valutare con assoluta serenità di ripristinare il testo iniziale».

La Giunta: no a controlli esterni sui bilanci
L'Ufficio di presidenza della Camera già in primavera aveva deciso di modificare il Regolamento di Montecitorio per garantire una maggiore trasparenza nell'uso dei fondi da parte dei gruppi parlamentari. La Giunta per il regolamento si è quindi riunita il 31 luglio per esaminare una proposta dei Questori che ha ricevuto un via libera di massima dalla Giunta stessa. Il presidente della Camera Fini aveva chiesto di inserire in questa bozza la previsione che i bilanci dei gruppi fossero controllati da una società di certificazione esterna alla Camera. La bozza, con questa integrazione, è stata esaminata dalla Giunta mercoledì scorso, ma l'orientamento dei gruppi è stato quello di eliminare il controllo esterno, in base al principio dell'autogiurisdizione degli organi costituzionali (la cosiddetta "autodichia"). La Giunta ha quindi incaricato Antonio Leone (Pdl) e Gianclaudio Bressa (Pd) di redigere una nuova bozza, che è stata presentata negli uffici della Camera e che sarà votata domani.

A garantire il controllo sulle spese un collegio dei Questori
Il testo prevede che «entro trenta giorni dalla propria costituzione, ciascun Gruppo approva uno statuto», il quale «indica l'organo competente ad approvare il rendiconto e l'organo responsabile per la gestione amministrativa e contabile del Gruppo». Viene poi esplicitato che i "contributi" della Camera «sono destinati dai Gruppi esclusivamente agli scopi istituzionali riferiti all'attività parlamentare e alle funzioni di studio, editoria e comunicazione ad essa ricollegabili, nonché al fine di garantire il funzionamento degli organi e delle strutture dei Gruppi». Si esplicita qualcosa che già avviene e cioè che i Fondi non possono essere usati a scopi privati o estranei alle finalità parlamentari. E qui scatta il controllo sull'effettivo uso dei soldi per le sole finalità istituzionali. Esso sarà effettuato dal collegio dei Questori, cioè i tre deputati di maggioranza e opposizione che sono a capo dell'Amministrazione di Montecitorio.

La proposta (non accolta) di Fini
La proposta di Fini affermava invece che «allo scopo di garantire la trasparenza e la correttezza nella gestione contabile e finanziaria, ciascun Gruppo si avvale di una società di revisione legale, che verifica nel corso dell'esercizio la regolare tenuta della contabilità e la corretta rilevazione dei fatti di gestione nelle scritture contabili».

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