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Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2012 alle ore 06:39.

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ROMA
«O invertiamo rotta o è meglio andare a casa, perché non ho intenzione di fare alcun passo indietro. Ora dobbiamo orientarci su una spending review veramente comprensibile per i cittadini». Ha usato toni forti la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, nel suo discorso di ieri in Consiglio. Ma alla fine ha incassato il consenso dell'assemblea. Un consiglio convocato d'urgenza sabato scorso e dedicato alle dichiarazioni della Governatrice. Arrivata alla resa dei conti dopo un violento scontro interno al Pdl del Lazio, aperto dall'inchiesta sull'ex capogruppo del partito alla Pisana, Franco Fiorito, indagato per peculato dalla procura di Roma per la gestione disinvolta dei fondi attribuiti al gruppo (tra le spese nel mirino anche "autobonifici" sospetti operati da Fiorito su conti personali per circa 800mila euro).
Una vicenda che Polverini ha definito nel suo intervento «una catastrofe politica per l'Italia e per le istituzioni» paragonabile all'alluvione di Firenze, parlando anche di un uso «abnorme»delle risorse del Consiglio», e per questo ha chiesto scusa. E una partita tutta giocata sul taglio ai costi della politica, che Polverini ha tradotto in un ordine del giorno. E sulla cui approvazione ha messo in gioco la durata della legislatura. Ora ottenuto ieri il via libera dell'aula (con 41 voti favorevoli ) e rientrate le paventate dimissioni, ci sarà il voto della Pisana sugli atti (leggi e regolamenti) che dovranno rendere effettivi i tagli, previsto per venerdì.
L'obiettivo è ambizioso. Dimezzamento del numero delle commissioni permanenti e cancellazione di quelle speciali; dimezzamento delle somme elargite ai consiglieri in relazione al rapporto elettore/eletti; tagli alle auto blu; azzeramento delle somme date ai gruppi consiliari, in attesa di un regolamento trasparente sull'utilizzo dei fondi. E poi ancora scioglimento dei monogruppi consiliari, trasparenza sugli atti dell'Ufficio di presidenza e riduzione del numero di consiglieri e assessori regionali, così come previsto dalle norme nazionali. Con un risparimio sulle spese del Consiglio di 20 milioni già per il 2012, su un bilancio che ne vale 98. Impegni su cui Polverini ha chiesto di intervenire in tempi stretti: «Dobbiamo esprimerci se siamo a favore o contro queste cose, ma vanno fatte entro una settimana».
E il calendario è stato fissato. «Ho concordato con il presidente dell'assemblea di dare subito seguito a ciò che ho voluto porre in alternativa alle mie dimissioni». Oggi sarà convocata la Giunta per bloccare il 30% del capitolo delle risorse al Consiglio: quei soldi non arriveranno più. Mercoledì il presidente convocherà l'ufficio di presidenza e la conferenza dei capigruppo». Poi venerdì il verdetto finale dell'Aula con le modifiche ai provvedimenti.
Se le proposte della Governatrice hanno ottenuto il consenso della maggioranza anche a livello nazionale l'opposizione resta fortemente critica. A parlare di proposte «condivisibili» è il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto mentre il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini dà «tutto il suo consenso» alla presidente: «È stata coraggiosa perché ha capito che alle parole devono seguire i fatti». Enrico Gasbarra, segretario del Pd del Lazio, invece, definisce il discorso di ieri «imbarazzato e imbarazzante».
E nel giorno della resa dei conti è arrivato anche il giudizio di Fitch che ha confermato il rating della Regione Lazio a lungo termine in AA -, con outlook negativo che ha seguito il declassamento per l'Italia, e a breve termine F2. A fronte di un disavanzo passato da 1,4miliardi a 750milioni.
Intanto prosegue il lavoro dei magistrati romani sull'inchiesta che coinvolge Fiorito, contro cui la Regione ha annunciato che si costiuirà parte civile, e che per ora non si è ancora allargata ad altri. Ieri in procura è stato ascoltato come teste Bruno Galassi, ex capo della segreteria. Mentre l'indagato ha fatto sapere, tramite il proprio legale Carlo Taormina, di essere disponibile a essere interrogato.
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