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Questo articolo è stato pubblicato il 20 settembre 2012 alle ore 19:27.

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Taranto senza pace. Mentre sono in corso le polemiche e il ministro dell'Ambiente Clini accusa il leader dei Verdi, Bonelli, di aver «manipolato i dati» sulla mortalità - che peraltro il ministero della Salute non ha ancora presentato - c'è un nuovo studio che ha voluto «misurare» gli effetti dell'inquinamento industriale sulla salute nella città pugliese. E questa volta si tratta di una ricerca che ha già ricevuto l'imprimatur della comunità scientifica. Si tratta dello «Studio di coorte sulla mortalità e morbosità nell'area di Taranto» ed è già a disposizione del Gip del Tribunale di Taranto, Patrizia Todisco, nel corso del procedimento riguardante l'Ilva di Taranto (R.G.N.R. N. 938/10 - 4868/10 G.I.P. N. 5488/10 - 5821/10).

L'indagine, pubblicata online dalla rivista Epidemiologia & Prevenzione, dell'Associazione italiana di epidemiologia, è stata condotta da sei specialisti: Annibale Biggeri, Maria Triassi e Francesco Forastiere hanno svolto la loro attività in qualità di periti del Gip, mentre Francesca Mataloni, Massimo Stafoggia ed Ester Alessandrini hanno svolto la loro attività in qualità di ausili tecnici. La relazione completa è agli atti della magistratura dal 30 marzo.

Così aumenta la mortalità
Vediamo dunque i dati presentati. Innanzitutto, lo studio è stato effettuato su un insieme di 321.356 persone (157.031 maschi, 164.325 femmine), negli anni 1998-2010. L'area considerata è quella dei comuni di Taranto, Massafra e Statte. Le aree più vicine all'area industriale, e dunque potenzialmente più colpite dall'inquinamento, sono i quartieri Tamburi (Tamburi, Isola, Porta Napoli, Lido Azzurro), Borgo, Paolo VI e il comune di Statte.

Il risultato è che in queste zone sono emersi tassi di mortalità e ospedalizzazione più elevati per alcune patologie: a seconda dei quartieri, infatti, la mortalità per tutte le cause aumenta del 7-27%, mentre i tumori maligni aumentano del 5-42%, le malattie cardiovascolari del 10-28%, e le malattie respiratorie dell'8-64%.

Nel dettaglio, le tabelle 5 e 6 mostrano, per maschi e femmine rispettivamente, i rischi di mortalità per causa dei quartieri Tamburi (Tamburi, Isola, PortaNapoli, Lido Azzurro), Borgo, Paolo VI e del Comune di Statte, confrontati con di dati della mortalità osservata in tutti gli altri quartieri diTaranto nel loro insieme e nel comune di Massafra.

Per quanto riguarda la popolazione maschile, si osserva che nel quartiere Tamburi (Tamburi, Isola, Porta Napoli, Lido Azzurro) si muore il 12% in più sia per cause naturali sia per tumori maligni, mentre nel quartiere Borgo lo stesso indicatore si attesta al +7%, e nel comune di Statte al +8%. La situazione peggiore si rivela nel quartiere Paolo VI (+18%). E sempre in questo quartiere si registra anche il dato più alto sulla mortalità per tumori maligni (+42%). Nel primo raggruppamento (Tamburi, Isola, Porta Napoli, Lido Azzurro) si rileva invece un +11% per lo stesso motivo.

Il differenziale maggiore nei maschi, dunque, si evidenzia nel quartiere Paolo VI, con eccessi importanti per tumori maligni (+42%), tra cui il pancreas e il polmone, malattie cardiovascolari, respiratorie e del sistema digestivo. Nel quartiereTamburi (Tamburi, Isola, PortaNapoli, Lido Azzurro) si è riscontrato un eccesso di tumori maligni nei maschi (specie la prostata) e di malattie cardiovascolari, specie l'infarto del miocardio.

Per quanto riguarda le donne del quartiere PaoloVI, gli eccessi sono dovuti alle patologie tumorali, in particolare del fegato, e alle malattie cardiovascolari e dell'apparato digerente. Sono risultati molto elevati nel quartiere Tamburi gli eccessi per cause cardiovascolari e malattie renali nelle donne.

Tassi più elevati nelle classi sociali più basse
La ricerca mette in relazione i tassi di mortalità e di ricovero in ospedale con la situazione socioeconomica dei residenti: in generale, le classi sociali più basse mostrano tassi di mortalità e di ricorso al ricovero ospedaliero più alti di circa il 20% rispetto alle classi sociali più abbienti. Ma anche tenendo conto della stratificazione sociale, la situazione sanitaria in termini di mortalità e ricoveri ospedalieri non è risultata uniforme.

In sostanza, i tassi più elevati sono stati osservati nei quartieri Paolo VI eTamburi: gli eccessi sono dovuti ai tumori, alle malattie cardiovascolari e respiratorie. È da sottolineare - rilevano gli studiosi - che una quota dei residenti nello studio - specie nel quartiere Paolo VI - è stata occupata nelle aziende dell'area industriale; questa potrebbe essere una possibile spiegazione per alcuni eccessi di mortalità riscontrati (per esempio, negli uomini, per pneumoconiosi e tumore della pleura).

Gli studiosi, infine, osservano che «i quartieri più vicini alla zona industriale presentano un quadro di mortalità e ospedalizzazione superiore al resto dell'area studiata», anche dopo aver tenuto conto dei fattori socioeconomici.

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