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Questo articolo è stato pubblicato il 21 settembre 2012 alle ore 17:14.

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Nella foto il premier Mario MontiNella foto il premier Mario Monti

Disoccupazione in forte aumento con la crisi. Crescerà anche l'anno prossimo nonostante l'attesa ripresa dell'economia. A lanciare l'allarme è la nota di aggiornamento del Def, il Documento di economia e finanza: «il tasso di disoccupazione raggiungerebbe il 10,8% nel 2012, per poi aumentare all'11,4% nel 2013». «Nonostante l'ipotizzato aumento del tasso di partecipazione - aggiunge il governo - il tasso di disoccupazione si ridurrebbe fino al 10,9% nel 2015».

Spesa delle famiglie in calo anche nel 2013
La nota rivela: le famiglie torneranno a spendere di più solo nel 2014. Dopo un calo, stimato per quest'anno al 3,3%, nel 2013 ci sarà una ulteriore contrazione dello 0,5% e una ripresa (+0,6%) solo a partire dal 2014. A pesare sono «l'andamento del mercato del lavoro e quello del reddito disponibile».

Pil 2012, atteso in recessione anche nel terzo trimestre
«Gli indicatori congiunturali più recenti - si legge ancora nella nota - segnalano il protrarsi della fase recessiva per il terzo trimestre. La produzione industriale continua a ridursi». Il riferimento in questo caso è al 2012.

Pressione fiscale al 44,7% nel 2012
La pressione fiscale, dopo il netto aumento atteso per l'anno in corso (44,7%), pari a oltre due punti percentuali, è prevista in lieve aumento nel 2013 (45,3%) e in successiva riduzione fino a collocarsi su valori lievemente al di sotto del 2012 a fine periodo.

Tra 251 e 369 miliardi: il valore degli immobili pubblici
Il valore del patrimonio immobiliare pubblico, comprensivo dei terreni, oscillerebbe tra 251 e 369 miliardi. A fine 2011 il valore delle partecipazioni statali ammonterebbe a oltre 80 miliardi.

Segnali di contrazione nell'offerta di credito ai privati
«L'aumento degli spread - sottolinea la nota del Def - ha conseguenze sugli «istituti operanti sul mercato interno che hanno visto aumentare i costi di approvvigionamento con una traslazione sui tassi di finanziamento a famiglie e imprese. La crescita dell'offerta di credito al settore privato è rallentata fino a dare segnali di contrazione».

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