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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2012 alle ore 15:05.

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Papa Benedetto XVI durante la preghiera dell'Angelus a Castelgandolfo (Ansa)Papa Benedetto XVI durante la preghiera dell'Angelus a Castelgandolfo (Ansa)

Benedetto XVI, salutando in polacco i fedeli nella residenza estiva di Castel Gandolfo, ha detto dopo l'Angelus che «nel Vangelo di oggi Gesù presta una speciale attenzione ai bambini. Dice: «Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me». E ha aggounto: «chiediamo a Dio che queste parole ispirino tutti coloro che sono responsabili del dono della vita, delle degne condizioni di esistenza e di educazione, della sicura e serena crescita dei bambini. Ogni bambino possa godere dell'amore e del calore familiare!».

Combattere l'orgoglio
Combattere«l'orgoglio», che negli uomini «è intimamente radicato e richiede costante vigilanza e purificazione»: e per farlo, guardare a Dio che «non teme di abbassarsi e di farsi ultimo». È la lezione che Benedetto XVI ha tratto oggi all'Angelus dai brani evangelici sulle predizioni di Gesù sulla sua morte e resurrezione: predizioni, ha detto il Papa, che i discepoli non capivano, tanto da far emergere «una profonda distanza interiore» tra loro e il Messia. «La logica di Dio è sempre "altra" rispetto alla nostra», ha ricordato il Pontefice ai fedeli riuniti nel cortile interno della residenza di Castel Gandolfo-

Dio non teme di abbassarsi e farsi ultimo
Secondo Benedetto XVI, «un punto-chiave in cui Dio e l'uomo si differenziano è l'orgoglio: in Dio non c'è orgoglio - ha spiegato -, perchè Egli è totale pienezza ed è tutto proteso ad amare e donare vita; in noi uomini, invece, l'orgoglio è intimamente radicato e richiede costante vigilanza e purificazione». Noi, che siamo piccoli, ha aggiunto il Papa, «aspiriamo ad apparire grandi, ad essere i primi, mentre Dio non teme di abbassarsi e di farsi ultimo». L'esortazione del Pontefice, quindi, è di «seguire fedelmente Gesù sulla via dell'amore e dell'umiltà».

Il papa ha ricevuto un parroco da guinnes, don Alessandro De Sanctis; da 70 anni nella stessa parrocchia
Il Papa ha ricevuto oggi a Castel Gandolfo don Alessandro De Sanctis, prete da guinness: da 70 anni è a capo della stessa parrocchia,
quella di Filettino, in provincia di Frosinone, dove è succeduto a uno zio. Il suo e' il sacerdozio piu' lungo d'Italia. Il parroco ha anche escogitato un sistema per zittire i cellulari, almeno nella sua chiesa, e ha fatto affiggere
nella bacheca un cartello che recita «Il Signore comunica con noi in tanti
modi. Certamente, non vi chiamerà mai al cellulare. Perciò tenetelo spento in chiesa».

Beato Louis Brisson
Al termine dell'Angelus a Castel Gandolfo, Benedetto XVI ha ricordato che ieri, nella città francese di Troyes, è stato proclamato beato il sacerdote Louis Brisson, vissuto nel secolo XIX, fondatore delle Oblate e degli Oblati di San Francesco di Sales.

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